mercoledì 29 ottobre 2008

=> OTTAVIANO BLITCH interview

Cari Blog-nauti,

riportiamo di seguito l'intervista esclusiva a Ottaviano Blitch alias Adam in "IN THE MARKET" ed il consueto appuntamento con il Diary of the day: DAY 19.

INTERVISTA:

Che cosa è stato per te IN THE MARKET?
Questo film è stato per me un ottimo esperimento. Dimostra come la nuova generazione di registi stia lentamente prendendo coscienza del fatto che fare cinema in modo serio e passionale sia essenzialmente una vocazione artistica.
Elementi come: un film girato con il giusto tempo di riprese, ottime attrezzature, bravi attori, e appassionati cinematografari, non sono sufficienti però, a volte, a rendere il prodotto autentico e fruibile. Senza un’accurata post-produzione nell’audio, effetti, musiche e scelta del montaggio video anche dei film ad altissimo budget fanno fiasco al botteghino, e questo non dipende da quanto costa un film, ma da quanta autentica passione si mette in un progetto sincero.

Che sensazioni hai avuto quando hai letto per la prima volta la sceneggiatura?
Sicuramente quella di libertà artistica nell’impostare i tratti salienti del personaggio. Mi interessano molto i dialoghi e le ambientazioni. In una sceneggiatura come questa è facile farsi scivolare dalle mani la sobrietà interpretativa e finire diritti nella recitazione macchiettistica e tra le braccia della sua enfasi. “Essere” il personaggio non è come “fare” il personaggio.

Quali sono le differenze e le similitudini fra te e il personaggio?
Adam si nutre di carne umana. Io mi nutro di carne animale. La differenza in fondo è che mangiare carne… rende comunque tutti animali.

Che studio hai fatto per entrare in simbiosi con il personaggio di Adam e come gli hai dato vita?
Vecchi ricordi del macellaio dietro casa. Mia madre mi portava con lei, e appena entrati sentivo l’odore acre di carne cruda, osservavo con quanta freddezza il macellaio accettava gli enormi pezzi di vitello, manzo o agnello, e la cosa che mi incuriosiva di più era osservare la sua faccia imperturbabile. All’insaputa del regista mi sono fatto dare ripetizioni dal macellaio di un supermarket, e tolto i miei inseparabili jeans a vita bassa ho indossato per una settimana i panni di un qualsiasi aiutante di supermarket al reparto macelleria.

Come è stato il set di In the Market?
Divertente e spassoso. In certi momenti si scivolava inevitabilmente verso un’aria scherzosa e goliardica che ci faceva dimenticare di essere su un set di un film, però non nascondo che nelle scene più intense ho dovuto sforzarmi moltissimo per non uscire dal personaggio e per isolarmi dalle voci scherzose che sentivo in sottofondo.
Ho visto ahimé che nessuno degli altri attori si è sbilanciato a parlare del rapporto che hanno avuto interagendo tra di loro (fuori e dentro al set). Io al contrario lo farò e con grande gioia, poiché la trovo una maniera sana e professionale per riconoscere l’interscambio di energia positiva che si crea sul set. Difendere invano la propria gloria personale cercando di non menzionare gli altri non è certamente una colpa attribuibile a loro, ma ai media, i quali, in un Paese come questo, li rende avidi di successo e involontariamente indifferenti al contatto umano.
Trovo Marco Martini uno dei giovani attori maschili con il viso più interessante che ho visto in Italia. Sono certo che studiando duramente su sé stesso e credendo in ciò che è, troverà molto presto la giusta strada. Elisa Sensi ha un grande potenziale scenico e mimico, e qualora lo coltivasse con una dura disciplina recitativa (la quale disciplina non appartiene certo allo standard italiano dei giorni nostri), potrà arrivare molto lontano. Su Rossella Caiani devo dire che nello sguardo e nei lineamenti del viso possiede una calamita eccezionale, e quando inizierà davvero a credere in questa sua grande forza, la svilupperà nella migliore delle maniere. Insomma, sono proprio felice di aver lavorato con loro, ed il regista ha avuto l’occhio lungo a riguardo.

Che cosa ti è rimasto di In the Market?
Sicuramente mi è rimasto appiccicato addosso l’odore forte di carne della cella frigorifera e l’enorme disponibilità dei proprietari del Market che hanno permesso a tutti noi di trasformarlo nella nostra seconda casa e in un set cinematografico per circa 12 ore al giorno.

Descrivi il tuo rapporto con il regista e con la troupe.
Ottimo il rapporto tra di noi. Il cast, ma soprattutto la troupe, erano formati da persone che non superavano i 23 anni. Ogni idea veniva vagliata e decisa in poco tempo, poiché ne avevamo davvero poco a disposizione. Il regista Lorenzo Lombardi e il direttore della fotografia N. Santi Amantini avevano sempre bene a mente il da farsi. La troupe era formata da persone molto premurose ed estremamente gentili. Sono stati una troupe fantastica, anche perché fortunatamente si era creato, tra una pausa e un’altra, un ambiente così perfettamente "demenziale" che stavamo sempre a ridere delle cose più insignificanti. C’era un ragazzo simpaticissimo col segno dei calzini sulle caviglie bianche e le ginocchia bruciate dal sole che sembrava un cartone animato. Tutti erano molto disponibili a rendersi utili e a sdrammatizzare l’ambiente quando diventava troppo serioso.

Qual è il dialogo che ti è rimasto nel cuore?
03:00 a.m., ero in pausa, stavo aspettando di girare e me ne stavo al buio tra gli scaffali del Market a rilassarmi da solo poiché Sergio Stivaletti mi aveva appena imbrattato completamente di sangue, compreso il viso. Da lontano sento due voci femminili avvicinarsi mentre discorrevano tranquille del più e del meno, erano Elisa Sensi e Eleonora Stagi; l’assassino del film che covava in me pensò bene di fare uno di quegli scherzi terribili che non si dimenticano più nella vita, e quando ho visto la luce delle loro torce avvicinarsi sempre più a me, gli sono sbucato di botto fuori sgranando gli occhi e gridando forte. Loro terrorizzate hanno gridato così forte che sono fuggite via ripetendo: “STRONZOOOO”. Ecco, quello è stato il dialogo che più mi è rimasto nel cuore… Scherzo. Il dialogo che più mi è rimasto è stato: “Carne che si disfa e sfilaccia, corpi umani aperti, tavole imbandite per gli animali che siamo”.

Saluta come saluterebbe il tuo personaggio:
LA CARNE VA MANGIATA AL SANGUE!!! MI E’ VENUTO UN LANGUORINO…

OTTAVIANO BLITCH alias "ADAM" for In the Market

2 commenti:

Myri ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Myri ha detto...

Bella intervista hihihihihi,comunque molto originalmente mi verrebbe da dare come parodia una cosa del tipo "In the market sei tu",stile coop (la mia fantasia sarà perdonata ahahaha:P)un bacio ragazzi..a e per quanto riguarda la prima al cinema...penso che voi arriverete al punto in cui nn ne potete più di rivedere sempre le stesse scene ihihihihi,ma sarà bello e piacevole incontrarsi :P,kiss kiss