giovedì 25 novembre 2010

"IN THE MARKET": LOST IN A SUPERMARKET?


L’horror in stile romero di Lombardi | Lost in a Supermarket?

In the market è il secondo lungometraggio di Lorenzo Lombardi, giovanissimo regista, sceneggiatore e produttore indipendente italiano, nato ad Arezzo nel 1986, che ha già realizzato il lungometraggio Life’s but – La vita non è altro che…nel 2006, partecipato con Nome 7397 alla 62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ad altri importanti festival, e fondato una casa di produzione cinematografica, la Whiterose.

Questa sua seconda opera, programmata a fine ottobre al Nuovo Cinema Aquila di Roma e presentata in Festival Internazionali, appartiene a due generi cinematografici: il road movie e l’horror. Nella prima parte del racconto filmico è un road-movie che ha protagonisti tre ragazzi, David, Sarah e Nicol, che viaggiano a bordo di una jeep di piccola cilindrata apparentemente senza una meta precisa, ma in realtà diretti al concerto degli GTO. Nella seconda parte, invece, con l’arrivo al supermarket, dove i ragazzi decidono di dormire, si trasforma in un film horror con protagonista il macellaio cannibale – interpretato da Ottaviano Blitch -, apparso nei primi fotogrammi iniziali, che palesano solo i piedi – come la tarantina Mia di Pulp Fiction – la bocca, che ironicamente e saggiamente mangia frutta, e le mani, già sporche di sangue.
Tra le due però quella horror è decisamente meglio costruita e rappresentata: l’interpretazione degli attori è più convincente e la storia più originale e più empatica (pulsioni che sicuramente suscitano la mano di David nella macchina del tritacarne oppure la forchetta e il coltello sulla gamba di Nicole). Si arriva comunque alla costruzione del genere horror attraverso il climax emotivo dei tre ragazzi, dapprima allegri poi isolati e terrorizzati, e attraverso la presenza di segni premonitori (la lettura delle carte da parte della veggente, le linee telefoniche stranamente isolate, la seduta spiritica con il lumicino funereo), ma già dai primi fotogrammi, quando appare solo bocca del macellaio, ironicamente al bancone della frutta con le mani sporche di sangue, lo spettatore percepisce che la storia filmata avrà un finale horror.
In the market ha un’eccellente fotografia, che rimanda a molti videoclip musicali, in particolare a quelli proprio ambientati e girati nei supermarket, come Fake Plastic Trees dei Radiohead. Molte però sono anche le citazioni cinematografiche presenti: da Tarantino (primi piani di piedi, letture di versi biblici, scene pulp), ai Coen (l’horror della provincia americana presente nel film Fargo con l’emblematica scena del piede nel tritacarne), a Dario Argento (soprattutto a Zombi – Dawn of the dead di Romero, ambientato proprio in un supermarket e di cui lo stesso Argento curò la sceneggiatura) e all’ultimo Pasolini di Salò o le 120 giornate di Sodoma.

E’ un horror più filosofico che splatter in stile Romero: una denuncia – purtroppo mai datata - ironica e graffiante sulla società omologata (per questo la scelta dell supermercato proprio come in Zombi di Romero che attaccava la società dei consumi) che fagocita, come recita anche lo stesso sottotitolo del film Mangia o sarai mangiato, il corpo umano ricorrendo quindi proprio all’ultima frontiera dell’horror: il disfacimento del corpo.

Alessandra Alfonsi

mercoledì 24 novembre 2010

"IN THE MARKET": GRADITE COSTATA O FILETTO?

Lombardi, alla seconda regia, regala un horror dal sapore moderno con elementi ‘on the road’, oltre ad un abile Ottaviano Blitch nella parte del "macellaio".

Il secondo lungometraggio, dopo “Life’s but”, di Lorenzo Lombardi esce nelle sale dopo aver già vinto 5 premi al Tenebria FF 2009, fra cui la statuetta di “Miglior Film”, ed essere stato proiettato in anteprima mondiale il 28 Novembre 2009 a Perugia. Il regista di San Giustino, classe 1986, a discapito della giovane età vanta già diverse esperienze formative di alto profilo, tra cui la collaborazione con Chris Weitz di cui è stato assistente alla regia sul set italiano di "The Twilight saga: New Moon”, e questa buona preparazione la si può riscontrare già da subito. Già accostato precedentemente a Quentin Tarantino, Lombardi ha soprattutto il merito di allargare e reinventare le convenzioni del genere horror. Infatti “In the market” per una buona metà ricorda più un film on the road, come poteva esserlo per esempio “Dal tramonto all'alba”. Diversi elementi vengono introdotti in questa prima fase che non sono tipicamente associabili al genere; citiamo su tutte le ambientazioni sull’autostrada in una giornata soleggiata, oltre ad una rapina più thriller/poliziesco, alla stazione di benzina. Questo trascorso, in cui elementi come lo splatter e la paura tipici dell’horror sono posticipati, da allo spettatore la possibilità di conoscere meglio i personaggi di David, Nicole e Sarah, e quindi di provare maggiore paura e trasporto nel momento in cui questi si troveranno in serio pericolo. Infine, come nei migliori film di Tarantino, l’ambientazione cambia tutto d’un tratto regalandoci quella sana (per chi ama il genere) dose di horror e splatter. Questo avviene ancora una volta al di fuori delle convenzioni di genere, poiché un luogo della vita di tutti i giorni, un supermercato, viene trasformato nel palcoscenico della paura (riscontrabili gli ottimi effetti speciali, curati dal sempreverde Sergio Stivaletti). In conclusione, se probabilmente il finale ‘sognato’ da Sarah sarebbe stato più - è il caso di dirlo - ‘digeribile’, è sicuramente opportuna anche una menzione speciale ad Ottaviano Blitch nel ruolo di Adam “the butcher”, il pazzo serial killer di turno. Tramite una mimica abile e ricercata, infatti, Blitch riesce a costruire un personaggio inquietante ormai già al di là di poter provare emozioni o avere memoria di se, spaventosamente presente nella fredda lucidità e cinica follia omicida.

Marco Lucchino

martedì 23 novembre 2010

INTERVISTA A LORENZO LOMBARDI (di LUCA RUOCCO su INDIE.HORROR.it)

"IN THE MARKET" ARRIVA A ROMA!

Noi di Indie.Horror.it di In the Market vi avevamo già parlato qualche tempo fa [qui]. Nel frattempo il film di Lorenzo Lombardi ha girovagato per l’Italia conquistando il pubblico di festival e sale cinematografiche. Dopo il successo ottenuto nelle più prestigiose Multisala del centro Italia e i vari riconoscimenti a festival e concorsi nazionali/internazionali, tra i quali la Palma D’Oro all’ultimo Mexico International Film Festival e i 5 premi all’ultimo Tenebria Film Festival, In the Market, l’horror splatter prodotto e distribuito da WHITEROSE PICTURES, approda finalmente nella capitale.

Infatti, dal 22 Ottobre sarà in programmazione al Nuovo Cinema Aquila di Roma: giorni proprio perfetti per questo film, che potrà essere visto in totale clima di paura e terrore, dato che cade a pennello una settimana prima della festa del brivido per eccellenza: Halloween. Nella serata di Venerdì 22 si avrà inoltre la possibilità di incontrare il cast artistico e tecnico di In the Market, che sarà in sala per presentare il film ed incontrare il pubblico. Saranno presenti: il regista Lorenzo Lombardi, i giovani protagonisti, Marco Martini, Elisa Sensi, Rossella Caiani ed Eleonora Stagi, l’attore Ottaviano Blitch, già visto in Italians di Giovanni Veronesi e nell’ultimo horror di Federico Zampaglione, Shadow, che qui interpreta il ruolo del cattivo di turno, uno spietato macellaio cannibale.

Incontriamo il regista Lorenzo Lombardi per fare due chiacchiere su In the Market e sui suoi progetti futuri.

[Luca Ruocco]: Parlaci del tuo trascorso da regista prima di “In the Market”.

[Lorenzo Lombardi]: Prima di In the Market, mi sono dilettato nella realizzazione di molti cortometraggi, di vario genere, videoclip musicali e soprattutto un altro film Life’s But, un film adolescenziale, corale a tinte nere, il tutto mescolato fra sogno e realtà e le trame intricate del Macbeth di William Shakespeare. Un film molto particolare, a cui tengo parecchio e che mi ha fatto scoprire una passione per la realizzazione di certe scene “noir”. Nel film del 2006, appunto, le scene più belle erano proprio quelle che spingevano un po’ più sull’horror. È stato anche questo che ci ha spinto a realizzare In the Market, un film horror! Una sfida produttiva interessante e al tempo stesso con un appeal forte per il pubblico.

[LR]: Oltre ad una marcata fratellanza col cinema di genere d’oltreoceano, in “In the Market” è visibile un presentissimo citazionismo verbale. Come mai hai deciso di legare il tuo film ad una filmografia così precisa e circoscritta, di riferimento ad un preciso momento del cinema horror e pulp americano?

[LL]: Sì, è vero, In the Market è molto legato alla scia hollywoodiana dell’horror, dai Carpenter agli Hooper, fino ad arrivare ai moderni Hostel e Saw. Il film è molto legato ad un citazionismo verbale alla Tarantino e a certi cliché del genere horror. Il movimento “pulp” mi ha sempre affascinato e mi stuzzicava far parlare i miei personaggi con un certo stile “cinematografico” particolare. Logicamente i dialoghi di In the Market non sono come quelli di Pulp Fiction, Kill Bill o Bastardi senza gloria, ma se solo si avvicinassero leggermente, ne sarei contento. Sono un appassionato dei film di Quentin Tarantino, dei fratelli Coen e con In the Market ho voluto anche omaggiare i miei “Padri” stilistici e quindi mettere tutto quello che nel corso degli anni mi ha affascinato.

[LR]: Un road movie marchiato di rosso sangue tratto da una storia vera. Come nasce “In the Market”? E quanto dei fatti di cronaca trovati su internet rimane nel tuo film?

[LL]: Un buon film horror incute terrore, sempre più spesso, proprio perché si basa su fatti realmente accaduti. Mentre iniziavamo a scrivere In the Market, trovai su internet un rapporto di scomparsa della polizia del Texas, che raccontava le fasi della vicenda di questi 3 ragazzi (David, Sarah, Nicole), che sono stati, prima derubati ad una stazione di servizio e poi mai più ritrovati dopo il loro ingresso nel supermarket. Noi logicamente abbiamo un po’ fantasticato sulla loro sorte; c’è da dire, però che il macellaio/proprietario del market è il primo indagato e che i testimoni oculari, affermano di averli visti entrare poco prima della chiusura. La jeep sulla quale viaggiavano i tre è rimasta per giorni parcheggiata di fronte al market, fino a che il proprietario non l’ha fatta portare via al deposito cittadino. Una storia con qualche chiaroscuro che ci ha colpito sin dall’inizio e che ci ha fatto accostare una location tranquilla, come quella di un supermercato a vicende truculente e splatter.

[LR]: Il sodalizio con Sergio Stivaletti: come nasce? Che apporto pensi abbia dato al film il lavoro di un maestro degli effetti speciali riconosciuto a livello internazionale?

[LL]: Sergio Stivaletti è stato fondamentale per la buona riuscita del film e anche per incentivarci sempre di più alla realizzazione di In the Market. Se inizialmente eravamo indecisi nell’iniziare le riprese o meno, non appena Sergio ha confermato la sua presenza, non abbiamo esitato un attimo di più. I suoi effetti speciali sono degni di un film di Dario Argento e avere lui come spalla, per me è stato un sogno che si realizzava. Soprattutto, sul set non credevo che potesse essere possibile lavorare al suo fianco. Sergio ha creduto sin da subito nel nostro progetto e gliene sono infinitamente grato.

[LR]: L’Horror Made in Italy ha sempre avuto una marcata grammatica. Un modo di presentarsi molto personale, forte, tanto da arrivare ad ispirare [o addirittura ad influenzare] le opere filmiche di registi oggi più che affermati. Nella patria del gotico di Bava,e del gore del doctor Fulci, perché hai pensato ci fosse bisogno di creare “una nuova forma di linguaggio sulla scia del moderno horror americano”? Che novità credi di aver apportato alla sequela filmica dei “Saw”, degli “Hostel”, dei “Vacancy” [film che citi anche per bocca dei tuoi attori nella sceneggiatura di "In the Market"]?

[LL]: Si sa che inventare, al giorno d’oggi è molto difficile, perché molto è stato fatto, specie se si realizza un film indipendente. Con In the Market abbiamo voluto creare un film particolare, che avesse al suo interno una commistione di generi, dal road-movie al pulp, dallo splatter al torture-porn. Facendo questo, si crea qualcosa di nuovo, o comunque di diverso dal solito. Sicuramente In the Market può piacere, o meno, ma è senza dubbio un film particolare.

[LR]: La paura e la morte tornano in un luogo di consumo e di vita quotidiana. Come mai i supermarket e i centri commerciali si sposano così bene con i film di genere? Cosa ti ha personalmente ispirato questa location?

[LL]: Credo che i centri commerciali in genere o i supermercati siano dei luoghi molto interessanti e che destano in me immensa curiosità. A prescindere, anche dal fatto che mi affascinano molto. Un grande ipermercato è una location ideale, ci sono immensi reparti, nascondigli, magazzini, macelleria, condotti di aereazione, etc. E poi in un supermercato c’è tutto: dal cibo al vestiario, dall’arredo alle cianfrusaglie. Puoi improvvisare scenografie improbabili e così via. Nel mio caso l’idea più interessante era quella di vederlo e viverlo in un momento insolito, ossia durante la notte e quando è chiuso. Credo che fare razzia in un market di notte e divertirsi qua e là, potrebbe essere un desiderio che tutti condividiamo.

[LR]: Di che budget disponevi per il tuo lungometraggio? E che piano di distribuzione hai approntato per “In the Market”?

[LL]: Il budget complessivo di In the Market si aggira intorno ai 20.000€. E’ un film realizzato con poco, ma che ha i requisiti tecnici per essere proiettato al cinema. Dolby 5.1 e Digital 2k. Grazie a queste specifiche, siamo andati a cercare da soli gli esercenti che potevano essere interessati a proiettare il nostro film e quindi abbiamo optato per questa forma di distribuzione indie che però ha portato il film in giro per l’Italia ed in molti concorsi esteri. WHITEROSE PICTURES, la mia casa di produzione, si è quindi trasformata in distribuzione. Lo abbiamo proiettato a Potenza, Foggia, Ancona, Perugia, Prato, Porto Sant’Elpidio e ora anche a Roma e sono fiero di affermare che siamo riusciti a fare tutto questo da soli. Abbiamo apportato una distribuzione insolita che ci ha permesso di pubblicizzare e promozionare bene ogni singola programmazione e di non far svanire nel dimenticatoio questo film dopo una settimana di proiezione. È un anno che portiamo nelle sale questo film con piccole e grandi programmazioni. Per chi non l’ha ancora visto e lo volesse fare: dal 22 al 28 ottobre sarà proiettato a Roma presso il Nuovo Cinema Aquila e dal 29 al 31 ottobre, torneremo ad Ancona al Multiplex Giometti Cinema, dove un anno fa ebbe inizio tutto.

[LR]: Nel cast spicca un meraviglioso Ottaviano Blitch [visto ultimamente nello "Shadow" di Zampaglione]. Avevi già in mente lui quando hai creato il personaggio del macellaio? Come è stato lavorare con lui e col tuo cast?

[LL]: Quando pensavamo al macellaio, in fase di stesura della sceneggiatura, già immaginavamo Ottaviano Blitch, ma ancora non gli avevamo proposto la parte. Quando lo chiamai e gli proposi il personaggio del macellaio Adam, lui lesse la sceneggiatura e si trovò subito “i panni cuciti addosso”. Fu facile per lui accettare un personaggio così sfaccettato e complesso. Ottaviano è stato fenomenale nelle vesti del serial killer. Non credo che nessun altro avrebbe mai potuto eguagliarlo. Lavorare con lui mi ha arricchito molto. Mi sono lasciato trasportare nel mondi che creò per Adam e anche fatto consigliare su certe movenze e tic che hanno sicuramente arricchito e reso unico il personaggio.

[LR]: Segui da vicino il panorama underground dell’horror indipendente italiano? Hai trovato qualche titolo, o regista, che ti ha particolarmente interessato?

[LL]: Non seguo solo il panorama horror italiano, ma mi piace seguire tutto il lavoro nascosto dei registi indie nostrani. Quindi mi capita spesso di essere incuriosito da vari generi e progetti, ma onestamente non ho ancora trovato un progetto filmico che mi abbia colpito particolarmente sotto tutti i punti: pre-produzione, produzione, post-produzione e soprattutto promozione e marketing del proprio film. Questo lo si deve anche, e purtroppo, al fatto che molti film indipendenti rimangono nel cassetto dei propri autori e quindi non ne sapremo mai l’esistenza.

[LR]: Quali sono i tuoi prossimi progetti? Ritornerai a percorrere i binari dei film di genere?

[LL]: Per quanto riguarda i film, siamo in questo momento in post-produzione con il film Ecce Qoelet del regista N. Santi Amantini, che uscirà nel 2011. Il film è stato prodotto dalla mia casa di produzione e lo stiamo montando nei nostri studi in Umbria (www.whiterosepictures.it). Per un nuovo mio film, inizieremo a novembre la stesura di un nuovo soggetto, ma ancora non so dire niente, perché abbiamo varie vie che vorremmo percorrere, ma ne dobbiamo scegliere una. Credo però che rimarremo sul genere, o perlomeno varieremo di non molto.

Un progetto a cui sto lavorando è la direzione artistica del FANTASY HORROR CINE FESTIVAL, giunto alla sua 3° edizione e che si svolgerà dal 27 al 31 ottobre 2010 ad Ancona (programma completo su: www.fantasyhorrorcinefestival.com. L’organizzazione di questo evento mi piace molto e mi permette di avere grande libertà nel palinsesto dei film e degli ospiti. Saranno presenti Ruggero Deodato, Claudio Simonetti, Sergio Stivaletti, Marco Werba e riproporremo al cinema, fra i tanti, anche Shining, Psycho e Ritorno al futuro. Finita questa parentesi festivaliera, mi dedicherò assieme al mio staff WHITEROSE PICTURES, alla promozione e produzione di un nuovo evento: il CINEMALIVEX, uno spettacolo nuovo, mai presentato prima! Per la prima volta in Italia arriverà la nuova frontiera del cinema; qualcosa di sensazionale d inedito. Racconteremo la storia di un ragazzo dei giorni d’oggi che si alza alla mattina e fa una strage a scuola, il tutto fra le trame intricate dell’Amleto di William Shakespeare. Quindi horror e dramma in questo nuovo progetto dal titolo ancora in fase di scelta. Posso anticipare che il tour partirà a gennaio e durerà fino a marzo e lo potremo trovare nelle maggiori città italiane. CINEMALIVEX, segnate questo nome. Quello che ho appena detto può sembrare megalomane, ma lo sarà! Fidatevi!

Luca Ruocco

sabato 23 ottobre 2010

HALLOWEEN AD ANCONA!

IN THE MARKET ANCORA AL CINEMA

Dopo la data di Roma,

l'horror di Lombardi torna al cinema

Lo potremo vedere in programmazione al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dal 22 Ottobre. Ma per chiunque non sia della capitale, e abiti ad Ancona e dintorni, possiamo ricordare che l'horror italiano IN THE MARKET diretto dal giovane umbro Lorenzo Lombardi sarà proiettato all'interno della terza edizione del Fantasy Horror Cine Festival di Ancona, presso il Multiplex Giometti Cinema, Sabato 30 Ottobre. Il film seguirà alla proiezione dello splendido Zombi del maestro George A. Romero. Il film fu definito da Ruggero Deodato, che vide l'horror di Lombardi alla precedente edizione del Fantasy Horror Cine Festival, “un bel saggio di sadimo”. La critica online lo consacra come il miglior horror italiano degli ultimi anni, e i premi vinti e i festival e rassegne a cui ha partecipato non fanno altro che dimostrare tutto questo. Un film crudo, violento e dalle immagini forti, con un Ottaviano Blitch sbalorditivo nella parte del macellaio cannibale. Una proiezione da non perdere, per chi ancora non avesse avuto modo di immergersi nel macello di IN THE MARKET!


lunedì 11 ottobre 2010

“IN THE MARKET” APPRODA NELLA CAPITALE

"IN THE MARKET" APPRODA NELLA CAPITALE
Dal 22 Ottobre al Nuovo Cinema Aquila


Dopo il successo ottenuto nelle più prestigiose Multisala del centro Italia e i vari riconoscimenti a festival e concorsi nazionali/internazionali, tra i quali la Palma D’Oro all’ultimo Mexico International Film Festival e i 5 premi all’ultimo Tenebria Film Festival, IN THE MARKET, l’horror splatter prodotto e distribuito da WHITEROSE PICTURES, approda finalmente nella capitale. Infatti, dal 22 Ottobre sarà in programmazione al Nuovo Cinema Aquila di Roma: giorni proprio perfetti per questo film, che potrà essere visto in totale clima di paura e terrore, dato che cade a pennello una settimana prima della festa del brivido per eccellenza: Halloween. Nella serata di Venerdì 22 si avrà inoltre la possibilità di incontrare il cast artistico e tecnico di IN THE MARKET, che sarà in sala per presentare il film ed incontrare il pubblico. Saranno presenti: il regista Lorenzo LOMBARDI, già definito dalla critica e dai giornalisti “l’Erede di Quentin Tarantino” e “l’Enfant prodige dell’horror italiano”, i giovani protagonisti, Marco Martini, Elisa Sensi, Rossella Caiani ed Eleonora Stagi, l’attore Ottaviano BLITCH, già visto in “Italians” di Giovanni Veronesi e nell’ultimo horror di Federico Zampaglione, “Shadow”, che qui interpreta il ruolo del cattivo di turno, uno spietato macellaio cannibale. Ci saranno inoltre Massimiliano Vado, attore noto soprattutto per i suoi ruoli in fiction televisive di successo, quali “R.I.S. – Delitti imperfetti”, Distretto di polizia” e “CentoVetrine”; Gloria Coco, interprete di molti film del regista Pupi Avati e di “Incontri Proibiti” con Sordi, e la caratterista Alessandra Maravia, che ha lavorato al fianco di Federico Fellini. Saranno inoltre presenti il direttore della fotografia N. Santi Amantini, e l’autore-Maestro degli effetti speciali Sergio STIVALETTI, di fama internazionale e conosciuto a tutti per la sua stretta collaborazione con Dario Argento. IN THE MARKET è un horror splatter con tanto sangue, dal ritmo crescente ed incalzante, che si ispira a fatti realmente accaduti: tre ragazzi in viaggio, dopo aver subito una rapina ad un distributore di benzina, decidono di nascondersi in un market di periferia: ma non saranno soli! Un sanguinario macellaio cannibale verrà ad intrattenere la loro “sfortunata” notte... Lo stesso Ruggero DEODATO, altro grande del nostro cinema horror, dopo aver visto il film, ha definito l’opera del giovane Lombardi come “Un bel saggio di sadismo”: insomma, bisogna aspettarci tanto sangue e tanti brividi, per questa pellicola d’esordio, che lentamente, dall’anonimato, è riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nei difficili circuiti distributivi italiani. “Crediamo molto in quello che facciamo” afferma il regista, “Siamo tutti molto giovani e ogni traguardo che siamo riusciti a raggiungere è stato frutto dei nostri sacrifici e dei nostri sforzi, e di tutta quella smisurata passione che abbiamo per il Cinema”. E per quanto riguarda la programmazione a Roma, aggiunge: “Per essere un progetto low-budget e non avere una grossa distribuzione alle spalle che ci sorregge, IN THE MARKET si sta facendo conoscere sempre di più. È quindi un onore essere riusciti ad arrivare anche a Roma, la città del cinema per eccellenza in Italia: questa programmazione ci rende doppiamente fieri del nostro lavoro. Ringrazio il Nuovo Cinema Aquila, per aver creduto su IN THE MARKET e per l’impegno sempre constante su un certo tipo di cinema dove di solito i riflettori sono sempre spenti e grazie alla loro attenzione, si riesce ad illuminare”. La colonna sonora del film è davvero brillante e coinvolgente, costituita dalle canzoni della band GTO, gruppo musicale italiano in stile “folk’n roll”: una musica, una sonorità degli strumenti e dei testi molto country e “road” davvero azzeccati per la prima parte del film di Lombardi, che trasmettono alla pellicola vivacità, ritmo ed emozioni. Nella seconda parte invece, abbiamo i pezzi più “horror” composti ed orchestrati dal giovane Emanuele Frusi. Tanta attesa perciò per questo horror che i giornali e le riviste di settore descrivono come “Il miglior horror degli ultimi anni” e paragonato ai più famosi cult del genere e alle pellicole alle da cui attinge: il pulp di Quentin Tarantino, e l’ultimo moderno “torture-porn” dei vari “Hostel” e “Saw”. Insomma, il piatto sembra succulento e non resta che darci appuntamento al Nuovo Cinema Aquila di Roma dal 22 ottobre, dove per gli spettatori che sceglieranno IN THE MARKET alla cassa sarà regalato un simpatico gadget del film (fino ad esaurimento scorte).

TRAILER & ALTRI VIDEO SU: http://www.youtube.com/inthemarketfilm

lunedì 14 giugno 2010

RECENSIONE "IN THE MARKET" (di DANIELE FLORIDI)

Recensione 880 – Sezione: Horror italiano.
IN THE MARKET di Lorenzo Lombardi.


Lorenzo Lombardi è “L’enfant prodige” del cinema horror italiano! Dopo la visione del suo secondo lungometraggio IN THE MARKET, il primo è LIFE’S BUT, non ho trovato espressione migliore per definire il giovane e talentuoso regista ‘valtiberino’. Si sentiva proprio il bisogno di un ritorno al cinema del terrore in grande stile, genere troppo spesso bistrattato nel nostro paese, e Lombardi ci offre l’occasione in un piatto d’argento…… anzi, in un market degli orrori!
Il film è stato paragonato ai vari ‘Hostel’ e ‘Saw’ di turno ma, secondo il sottoscritto, li supera di gran lunga per l’intelligente uso della macchina da presa e per un’ottima sceneggiatura di respiro ‘Tarantiniano’… caso assai più unico che raro nel nostro panorama filmico; si veda la rapina alla stazione di benzina in proposito.
Continuatore, ma soprattutto innovatore, di un genere che nel passato tanto ha dato alla nostra cinematografia facendoci conoscere in tutto il mondo grazie ad autori del calibro di Mario Bava, Riccardo Freda, Dario Argento e Lucio Fulci (solo per citare i più rappresentativi)… il regista Lombardi merita attenzione e rispetto da parte della cosiddetta critica ‘colta’ per il suo dedicarsi con tanto impegno e passione, che si avvertono nella visione della pellicola, ad un genere che sembrava quasi estinto.
Di seguito un piccolo assaggio della trama: Tre ragazzi, Sarah, Nicole e David, partono per le vacanze in una calda giornata estiva, ma il viaggio si rivela molto diverso da quello che si aspettavano… durante la sosta ad una stazione di servizio vengono rapinati da due malviventi in maschera. Dopo aver cercato invano di chiamare soccorso arrivano in un Market e l’idea di rimanerci dentro per passare la notte non sarà proprio delle più felici!!!
Per non rovinarvi la sorpresa, preferisco non rivelare cosa succederà all’interno del Market, ma state sicuri che non rimarrete delusi. Sappiate solamente che gli effetti speciali sono opera del maestro Sergio Stivaletti, storico collaboratore di Argento, Soavi ed anche di Roberto Benigni nel suo kolossal ‘Pinocchio’. Stivaletti, a sua volta regista (nel 1997 esordì dietro la macchina da presa con il film ‘M.D.C. - Maschera di cera’, scritto da Lucio Fulci e Dardano Sacchetti), ha mostrato grande interesse sin da subito per il progetto del giovane Lombardi e a quanto pare la pellicola gli ha dato ragione ampiamente.
Il cast è composto dai giovani attori emergenti Elisa Sensi, Rossella Caiani e Marco Martini, tutti perfettamente calati nella parte, che riescono a rendere credibili i loro personaggi senza mai cadere nel baracconesco. Anche se su tutti a mio avviso spicca Marco Martini che sicuramente dopo questa bella prova ritroveremo in molti altri lavori… di solito in queste previsioni non sbaglio…
Accanto ai giovani protagonisti abbiamo la sorpresa di vedere Ottaviano Blitch, reduce dal film di successo di Giovanni Veronesi ‘Italians’ e dalla pellicola ‘Shadow’ di Federico Zampagliene di prossima distribuzione. Blitch ci regala un ‘cattivo’, un macellaio, da antologia degno del miglior Hannibal Lecter! Altra gradita sorpresa, per chi come il sottoscritto è accanito cinefilo, è la partecipazione al film dell’attrice Gloria Coco nella parte di una cartomante… sicuramente i più attenti si ricorderanno di lei nell’ultimo lavoro diretto ed interpretato da Alberto Sordi nel 1998: ‘Incontri proibiti’ (poi rieditato come ‘Sposami papà’) dove interpretava la madre di Federica (Valeria Marini).
In definitiva un film tutto da scoprire, del quale sentiremo parlare a lungo, che come già detto riporta a grandi livelli un genere che in tutto il mondo ha dato tanta notorietà alla nostra cinematografia. Quindi onore al merito al regista Lorenzo Lombardi ed al suo IN THE MARKET.
Al più presto mi riprometto di segnalare il titolo affinché sia inserito nel testo ‘Guida al Cinema Horror made in Italy’ di Tentori e Cozzi, che nella precedente edizione si fermava ai titoli ‘La terza madre’, ‘Il nascondiglio’, ‘Ghost son’ e ‘Il bosco fuori’.

Per qualsiasi errore, inesattezza o semplicemente per scambiare la vostra opinione, potete inviare una e-mail ai seguenti indirizzi: daniele.floridi@studio.unibo.it o info@danielefloridi.com, oppure potete commentare la recensione nel sito www.danielefloridi.com

Daniele Floridi

domenica 21 febbraio 2010

INTERVISTA A LORENZO LOMBARDI (di EMANUELE MATTANA su SOGNIHORROR.com)

Sognihorror.com presenta l'intervista
al giovanissimo regista Lorenzo Lombardi

Lombardi sta ricevendo incredibili consensi grazie alla sua ultima pellicola In The Market, un horror definito dai critici - il SAW italiano!
Non perdete di vista questo nuovo talento!

LORENZO LOMBARDI
Lorenzo Lombardi nasce a Sansepolcro, Arezzo, il 27 settembre 1986, ed è un giovane regista italiano, nonché sceneggiatore e produttore indipendente.
Fin dall’età di 11 anni prende in mano la telecamera del padre e realizza, in mini-DV, i primi corti. Di lì in poi, Lombardi comincia a sperimentare con la telecamera e crea uno staff tecnico ed artistico sempre più vasto e specializzato con il quale collabora e che dal 9 gennaio 2006 si fonda sotto il nome di “WHITEROSEprd. – Produzione Cinematografica”. Questo sarà il marchio che contraddistinguerà il suo gruppo di lavoro e che svilupperà progetti filmici dalla sceneggiatura alla post-produzione e promozione, come LIFE’S BUT (film indipendente e sperimentale che lo ha fatto conoscere) ed il recente e nuovo IN THE MARKET.
Dal 2001 ad oggi realizza vari progetti che sono stati presentati in numerose rassegne nazionali e in ben 3 internazionali: 62° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2005 con NOME 7397), 59° Festival di Cannes (2006 con PIANGE) e alla I° Festa del Cinema di Roma (2006 con NOME 7397).
Nel 2005 s’iscrive al D.A.M.S. dell'Università di Roma3 per frequentare il percorso in REGISTA/PROGRAMMISTA CINEMA e TELEVISIONE. In seguito si forma in vari corsi di teoria/pratica cinematografica e di montaggio, condotti rispettivamente da Federico Greco e Francesco Sauta.
Nel 2007, con l’amico e direttore della fotografia N. Santi Amantini, si cimenta con le nuove forme di registrazione video-cellulare, realizzando un cortofonino dal titolo RESPIRO/BREATH, liberamente tratto dall'omonima opera teatrale di Samuel Beckett, che sarà selezionato per la 4° edizione del POCKET FILM FESTIVAL 2008 e proiettato al Centro Pompidou di Parigi.
Nel 2008 è uscita, edita da “Edimond”, la sua prima pubblicazione: una raccolta di poesie dal titolo MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO dalla quale sono stati tratti numerosi corti attualmente in post-produzione.
Nel maggio 2009 ha lavorato al fianco del regista Chris Weitz come assistant director sul set italiano del film NEW MOON – the TWILIGHT saga. Il suo ultimo film “IN THE MARKET” ha vinto 5 premi al TENEBRIA FF 2009, fra cui la statuetta di “Miglior Film”. Il film è stato proiettato in anteprima mondiale il 28 Novembre 2009 a Perugia.

- INTERVISTA -

1. Domanda di rito: chi è Lorenzo Lombardi?
Bella domanda! Lorenzo Lombardi è un eterno sognatore, forse questa è la definizione più giusta. Sono un ragazzo che è incuriosito da molte cose, guardo tutto con particolare attenzione e cerco d’immagazzinare colori, forme, stili. Tutto questo poi lo tengo fino a che non mi serve per qualche mio film o progetto. Sono un ragazzo normale, come tanti, ma che di sicuro dà valore a cose che altri non considerano. Questo è dovuto, diciamo, alla deformazione professionale, se così la si può chiamare.
Mi piace molto dare una visione di quello che vedo attraverso il Cinema, perché ritengo sia l’Arte che più mi si confà, proprio perché racchiude altre arti al suo interno: la letteratura, la poesia, la pittura, la fotografia, il teatro, la musica…

2. In che occasione, per la prima volta ti sei avvicinato alla macchina da presa per girare il tuo primo film?
Mi sono avvicinato al Cinema molto presto. Da piccolo mi divertiva molto essere ripreso, fino a che all’età di undici anni ho preso in mano la telecamera di mio padre, e invece che stare davanti sono passato dietro. Ero io che in famiglia registravo le vacanze, le feste, etc. Qualche anno dopo, in Italia, spopolava fra i ragazzi una serie-tv americana che si chiamava “Dawson’s creek” (ancora oggi vanno in onda le repliche), che io guardavo sempre. Il protagonista Dawson Leery aveva un sogno, quello di diventare un regista affermato. Diciamo che mi sono impersonificato molto! Dì lì in poi ho cominciato con i miei amici a girare corti, soprattutto horror e storici, ma anche spot sociali, fino ad arrivare ai film: da LIFE’S BUT, il mio primo lungometraggio, ad IN THE MARKET.

3. Da cosa prendi spunto per realizzare le tue opere? Ti basi su qualche romanzo in particolare, oppure ti ispiri a fatti di cronaca, o lasci che sia la tua fantasia a gettare le fondamenta per un nuovo film?
Woody Allen una volta ha detto che appunta ogni cosa che gli viene in mente in qualsiasi supporto, foglietti, ritagli di giornali, scatole di fiammiferi e poi ripone il tutto in un cassetto. Al momento giusto lo apre e comincia a mettere insieme una storia. Posso dire che anch’io ho cominciato ad usare questa tecnica, che una sorta di “scatola di Godard” e mi piace molto, perché la fase creativa è come un grande puzzle, dove dici: - Questo va bene, questo no, questo lo tengo per qualcos’altro… Comunque spesso traggo spunto da sensazioni, da idee insolite, che possono essere scaturite dal semplice vissuto, da un tg o da una frase letta in un romanzo. Fino ad oggi, i film che ho realizzato, sono nati da progetti produttivi particolarmente interessanti, ossia storie che mi affascinavano, ma che soprattutto potevano essere realizzate, produttivamente parlando, in maniera abbastanza semplice e quindi con un budget ridotto. Parlo così, perché fino ad oggi mi sono sempre trovato a fare i conti anche con la produzione stessa che è sempre stata curata da me assieme ai miei collaboratori di WHITEROSEprd.

4. Quale regista, secondo te, ti ha influenzato maggiormente per intraprendere questa tua carriera?
Il regista che più mi ha influenzato è di sicuro Quentin Tarantino, un regista che a sua volta è sempre molto influenzato e citazionista. È strano, perché se in una mia opera cito Tarantino, è come se inconsapevolmente citassi anche Sergio Leone, Martin Scorsese, Brian De Palma, George A. Romero o David Lynch, tanto per dirne alcuni. Tarantino mi piace molto, perché nelle sue inquadrature, stile, modo di scrivere, trovo una perfezione che in altri registi non c’è. Un modo originale di concepire una determinata situazione. Amo molto KILL BILL. Ogni inquadratura di quel film è come un dipinto. Pennellate di colore, simmetrie, gusto dell’inquadratura. Ogni cosa è al punto giusto e al momento giusto. Tarantino mi piace molto anche perché non è solo un regista, ma anche uno sceneggiatore mirabile. I registi che preferisco, spesso sono autori a tutto tondo.

5. Cosa potresti dirci al riguardo della tua filmografia? Ti andrebbe di parlarci di qualche opera a te cara?
Ho una collezione di dvd a cui tengo molto. Nell’arco degli anni ho comprato i film del passato che hanno lasciato il segno su di me e oggi, durante l’anno compro tre o quattro film recenti che mi hanno veramente affascinato. Fra gli ultimi ho comprato ORGOGLIO E PREGIUDIZIO ed ESPIAZIONE, entrambi di Joe Wright, I FIGLI DEGLI UOMINI di Alfonso Cuaròn, UN BACIO ROMANTICO di Wong Kar Wai e CLOVERFIELD di Matt Reeves, ma prodotto dal genio creativo J.J. Abrams.
Invece le opere del passato che sono a me care per qualche motivo, sono: QUARTO POTERE di Orson Welles, SHINING e EYES WIDE SHUT di Stanley Kubrick, MULHOLLAND DRIVE di David Lynch, 8 ½ di Federico Fellini, PROFESSIONE REPORTER di Michelangelo Antonioni e FINO ALL’ULTIMO RESPIRO di Jean Luc Godard.
Dando delle motivazioni: Welles mi piace per la profondità di campo e le ellissi temporali, Kubrick per i colori, la simmetria e la poesia, Lynch per la suspense e la sottile linea fra sogno e realtà, Fellini per la direzione degli attori e per i primi piani indimenticabili, Antonioni per i piani sequenza (im)possibili, Godard per gli estremi “jump-cut” e per la verità delle sue immagini.

6. Veniamo ora al tuo ultimo film “In the market”, pellicola che ha riscosso enormi successi vincendo ben 5 premi. Cosa puoi dirci al riguardo di questo tuo film? Ti aspettavi un tale consenso da parte del pubblico e della critica?
Il consenso è un qualcosa che sempre si ricerca, ma che non sempre si trova. Nel caso del Tenebria Film Festival 2009 è arrivato. Abbiamo ricevuto ben 5 premi fra cui Miglior Film, Miglior Attore Protagonista “Marco Martini”, Miglior Attrice Protagonista “Elisa Sensi”, Miglior Effetti Speciali “Sergio Stivaletti” e Menzione Speciale per l’Interpretazione “Ottaviano Blitch”. Non mi sarei mai aspettato un tale consenso. Diciamo che il Miglior Film lo sognavo, ma non avrei mai pensato di averlo fra le mani. È stata una grande emozione e un bel compenso per il lavoro dato a questo film.
IN THE MARKET mi ha impegnato per due anni, dalla sceneggiatura alla post-produzione. Fortunatamente alle spalle ho uno staff consolidato e preparato di tecnici (nonché amici) che mi aiutano in ogni fase. Per questo voglio usare questa domanda anche per ringraziare tutti, ma in particolar modo due persone che mi hanno sostenuto sempre: Eleonora Stagi e N. Santi Amantini.
IN THE MARKET è una scommessa, la voglia di fare un film che attirasse attenzione e curiosità, senza essere un film con tematiche adolescenziali, ma magari di genere. Un film che poteva avvalersi del full-HD e di un sonoro 5.1 con musiche originali. Un film “cotto e mangiato” che doveva avere una forte unità di spazio, tempo e luogo, per citare Tarantino, che doveva raccontare una storia narrata “Dal tramonto all’alba”. Un film low-budget ma con qualità che vanta collaborazioni molto importanti, fra cui quella del maestro internazionale di effetti speciali Sergio Stivaletti e quella di Ottaviano Blitch (ITALIANS e SHADOW) attore di indiscussa bravura che ha interpretato, come solo lui poteva fare, il cattivo di turno.

7. Per realizzare il film “In the market”, ti sei avvalso della presenza di un Mostro Sacro del cinema horror italiano, per realizzare gli effetti speciale di make-up, vale a dire Sergio Stivaletti. Cosa puoi dirci di questa tua esperienza lavorativa con il Maestro Stivaletti?
Sergio Stivaletti per me era veramente un “Mostro Sacro” inarrivabile. Ci siamo conosciuti ad un festival e gli ho parlato del mio progetto. È rimasto sin da subito colpito e mi ha dato un appuntamento a Roma per parlarne meglio.
Eravamo indecisi se dare inizio alle riprese nel luglio 2008 o aspettare settembre, ma non appena Sergio ha dato il suo benestare per luglio, abbiamo subito messo in moto la macchina IN THE MARKET.
Il giorno dell’incontro a Roma, mi ha aperto la porta del suo immenso laboratorio e sono rimasto come un bambino che entra per la prima volta al luna-park. C’era di tutto, coccodrilli giganteschi, demoni de LA TERZA MADRE di Dario Argento, arti di corpi mutilati qua e là, calchi, protesi, silicone e gesso. Onestamente ero molto teso e dovevo assolutamente convincere Sergio Stivaletti a realizzare gli effetti speciali del mio film e quindi, molte cose che ho visto non me le ricordo… Mi ricordo soprattutto di lui che ascoltava interessato quello che gli dicevo sul film e i suoi consigli sui bozzetti preparatori degli effetti. Ancora oggi non credo a quello che è successo, al fatto che lui abbia preso parte al film, che sia venuto sul set e che abbia lavorato con noi ore e ore. È stato molto bello, indimenticabile.

8. Vuoi raccontarci qualche aneddoto che ha a che fare con il tuo ultimo film?
Sì, posso raccontare di Ottaviano Blitch. Dovete sapere che Ottaviano è un attore che crede molto nel suo lavoro e che usa tecniche d’impesonificazione molto forti. Durante le riprese del film Ottaviano non era Ottaviano, ma Adam. Per l’intero tempo delle riprese nel Market, lui era per tutti “il Macellaio”; non è mai uscito dal personaggio, tant’è che le ragazze attrici del film erano veramente terrorizzate da lui. Avevano paura di camminare non accompagnate fra gli scaffali quasi bui del supermercato. Ottaviano era talmente credibile che anche dopo lo stop per lui la scena non finiva. Una sera Elisa Sensi ed Eleonora Stagi camminavano sole nel Market e ad un certo punto sbucò fuori dagli scaffali “Adam – il Macellaio” tutto insanguinato dopo aver macellato una delle sue vittime. Sentimmo le loro urla fino fuori del supermercato!
Oserei dire che Adam per Ottaviano Blitch è stato un po’ come Jack Torrence per Jack Nicholson o Joker per Heath Ledger. Una volta che vesti i panni di un personaggio così bene, è poi difficile smetterli!

9. Hai riscontrato particolari problemi nella realizzazione di qualche scena, durante le riprese? Purtroppo sì! Queste sono quelle domande a cui si vorrebbe rispondere: - No, è andato tutto liscio come l’olio!
Durante le riprese in camera-car della jeep dei tre protagonisti, nei primi due giorni di riprese abbiamo riscontrato qualche problema. Durante il primo ciak di camera-car, senza carrello e con l’attrice che guidava sul serio la jeep mentre recitava, l’operatore e i tre attori hanno rischiato veramente la vita alla prima curva. Per poco la jeep si ribalta e l’operatore ha rischiato di essere stretto fra la jeep ed il pick-up della regia che viaggiava davanti. Abbiamo subito interrotto le riprese in camera-car e realizzato delle inquadrature fisse a terra. Il secondo giorno è stato qualcosa di simile ed io onestamente volevo concludere le riprese e non girare più IN THE MARKET. Fortunatamente la produzione è riuscita a trovare in extremis un carrello e un’auto con traino per realizzare il camera-car con la jeep sopra il carrello. Il terzo giorno abbiamo cominciato così le riprese effettive e in poco abbiamo recuperato i giorni persi.

10. Sondando i tuoi gusti personali ti chiedo quali sono i tuoi romanzi e autori preferiti, e quali sono i tuoi film e registi preferiti.
Fra gli autori esistenti che preferisco c’è Alessandro Baricco; mi piace molto il suo modo di scrivere e come descrive certi stati d’animo ed emozioni. È molto visivo nel raccontare i suoi romanzi, forse è anche per questo che lo stimo molto. Leggo anche Paulo Coelho e fra gli autori del passato, William Shakespeare, Edgar Allan Poe, Virginia Woolf.
Mentre fra i registi e film che preferisco ci sono MISSION: IMPOSSIBLE 2 di John Woo, SCREAM 2 e SCREAM 3 di Wes Craven, TERMINATOR 2 di James Cameron, MULIN ROUGE! di Buz Luhrmann, COLLATERAL di Michael Mann, SLEVIN e PUSH di Paul McGuigan e come ho già detto nelle risposte precedenti, anche le opere dei registi Joe Wright e Alfonso Cuaròn. Logicamente non posso dimenticare tutto Quentin Tarantino con particolare attenzione per KILL BILL, PULP FICTION, BASTARDI SENZA GLORIA.

11. Ultima domanda: progetti futuri?
Anche questa è una bella domanda! In passato ero abituato a mettere più carne al fuoco di adesso. Prima di finire un film, già pensavo a progetti futuri. Ora, onestamente preferisco fare uno step alla volta. Non escludo che nella mia mente già ci siano idee stuzzicanti da realizzare, ma ancora non ho valutato la fattibilità produttiva o il modo migliore per realizzarle. Certo è che mi piacerebbe realizzare qualcosa in piano sequenza, magari con camera a spalla, sia esso un film horror o un drammatico. Quel che sarà, sarà, ma di sicuro sarà molto particolare!

Emanuele Mattana

venerdì 19 febbraio 2010

INTERVISTA A LORENZO LOMBARDI (di MONIA MARIANI su ILFENDENTE.it)

LORENZO LOMBARDI:
GIOVANE REGISTA E NEO AUTORE DI POESIE

Il giovanissimo regista di origini biturgensi ottiene numerosi premi e ottimi consensi per il suo primo Horror “In the Market” girato nell’Alto Tevere.

1. Quando è iniziata la tua passione per il cinema?
Forse è sempre stata dentro di me! Fin da piccolo amavo essere ripreso da mio padre nei video di famiglia. Lui è sempre stato un appassionato di ripresa e fotografia e ha sempre cercato di mantenersi all’avanguardia con la tecnologia. Ben presto passai da davanti a dietro la telecamera. Dall’età di 9 anni in poi, non era più lui che girava il filmino delle vacanze, ma io. Passo dopo passo, un po’ per divertimento, un po’ per passione, ho cominciato assieme ai miei amici a mettere insieme i primi cortometraggi. Dal 2001 ad oggi abbiamo realizzato più di 50 progetti e nel 2006 abbiamo creato WHITEROSEprd., l’organizzazione che oggi ci rappresenta come casa di produzione.

2. Parlami un po’ delle tue origini e della tua famiglia...
Sono nato il 27 settembre del 1986 a Sansepolcro (AR) ma da sempre abito a San Giustino (PG). I miei genitori sono entrambi toscani come tutti i miei nonni. Mio padre è nato ed ha vissuto per molti anni a Caprese Michelangelo (AR), mentre mia madre è nata a Bibbiena (AR), ma ha abitato fino al 1977 a Chiusi della Verna. Entrambi si sono trasferiti per lavoro a San Giustino, si sono sposati ed hanno costruito la casa dove tutt’ora viviamo. Da piccolo tutti i fine settimana tornavamo a Chiusi della Verna e quindi posso dire di aver vissuto molto della mia vita a cavallo fra Umbria e Toscana. D’altronde San Giustino è a pochissimi chilometri dal confine e quindi capita spesso di valicare. Sansepolcro è una cittadina che mi piace moltissimo e che sotto parecchi aspetti è persino cinematografica.
Per il mio ultimo film IN THE MARKET sono voluto “tornare” appositamente in Toscana per girare alcuni scene in esterno, perché conosco bene certi paesaggi e sapevo senza ombra di dubbio come poterli inquadrare nel modo migliore.
Per quanto riguarda la mia famiglia, non posso dimenticare di avere una sorella, Sara. Una persona molto speciale nella mia vita e che crede molto in quello che faccio. Mi appoggia sempre e non solo a livello morale, qualche volta si è sbilanciata anche a livello finanziario!

3. La tua infanzia:
Bella domanda! La mia infanzia credo sia stata molto normale, ma una cosa che ricordo sopra tutto è la mia voglia di creare, di costruire, di dare spazio alla fantasia. Sono sempre stato un bambino ordinato e che amava la simmetria, cosa che oggi sfrutto molto nelle mie inquadrature. Da piccolo non sono andato molto al cinema e non guardavo neanche molta televisione; sì, giocavo molto ai videogmaes, ma preferivo di gran lunga il lego e le macchinine!
Una curiosità è che spesso la mia infanzia rivive attraverso le cassette che mio padre ha registrato, dove spesso ci siamo io e mia sorella che le combiniamo di tutti i colori. Ho voluto omaggiare questo in due occasioni. Nel mio primo film LIFE’S BUT, c’è un flashback di una sorella che è all’ospedale da suo fratello; i bambini che si vedono nelle immagini siamo proprio noi: mia sorella ed io. Infine ho preparato un cortometraggio che è tratto da una poesia del mio libro MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO e si chiama DUE STELLE DELLA NOTTE dove ci siamo sempre noi due.

4. I tuoi studi:
Non sono andato all’asilo, o meglio ci sono andato due settimane, ma avevo il terrore delle suore e ogni mattina che mia madre mi ci accompagnava era un’odissea. Ho avuto la fortuna di trascorrere la mia infanzia a casa con i miei nonni e mia sorella. Ho frequentato elementari e medie a San Giustino e le superiori a Città di Castello. Mi sono diplomato come geometra. Prima di voler fare il regista, sognavo di diventare un architetto. Nell’arco degli anni ho trovato molte similitudini fra le due professioni. Come dicevo, la simmetria, il gusto dell’immagine, etc. Quindi non sono stati anni del tutto buttati. Ho avuto la possibilità di realizzare ben due cortometraggi, di genere storico, con la mia classe, e che sono stati premiati in dei concorsi nazionali. Il più importante dei corti è sicuramente LA ROSA BIANCA che ha vinto nel 2004 il premio Venanzio Gabriotti a Città di Castello e l’Efebo Corto Giovani a Trapani. Da quel premio, la rosa bianca è diventata un po’ un’ossessione e un emblema. Ho chiamato WHITEROSEprd. la mia casa di produzione, proprio per ricordare sempre quel cortometraggio e quello che mi aveva dato: la voglia e la sicurezza di continuare.
A geometri avrei voluto fare un po’ più di materie umanistiche, ma mi sono rifatto negli anni: un po’ come autodidatta e un po’ perché mi sono iscritto al DAMS di Roma3. L’università è stata una bella esperienza, che mi ha fatto scoprire e conoscere molte nozioni, ma soprattutto mi ha aperto un mondo che non conoscevo, quello della città, di Roma. D’altronde sono un ragazzo di provincia e questo ha i suoi pregi e difetti, anche se devo dire, con il senno di poi, che sono di più i pregi.
Mi sono formato anche attraverso numerosi corsi, come teoria e pratica cinematografica tenuto da Federico Greco, di sceneggiatura, di ripresa e montaggio.

5. Cosa vuol dire per te fare il regista? cosa provi dietro una cinepresa?
Quello che più mi spinge a fare questo “mestiere” è il poter raccontare attraverso un’arte così potente i miei sentimenti e le mie emozioni. Ritengo che la settima arte sia un mezzo che racchiuda tutte le altre arti: pittura, fotografia, musica, letteratura, poesie, etc. Molte volte nella vita ho sentito il desiderio di imprimere i miei pensieri, siano essi scritti in pezzi da carta o in un nastro magnetico.
Per me fare il regista è un sogno che si sta realizzando. Quando mi trovo dietro la cinepresa sento di poter dire quello che sono, di far vedere agli altri il mio punto di vista, di farmi conoscere. La cinepresa è una sorta di mia soggettiva, un prolungamento dei miei occhi. È bello far vedere agli altri quello che vedo attraverso con gli occhi e non solo, magari anche col cuore. Qualcuno un giorno mi disse: - “Quando proietterai un tuo film al cinema, di fronte ad una folta platea, ti sentirai vulnerabile, come un libro aperto!”.
Non credevo che mi sarei mai sentito così, ma alla prima del mio film ho provato proprio questo. In quel momento molte persone stavano vedendo quello che ho visto e come l’ho visto. Sembra strano, ma gli spettatori, guardando un tuo film, possono comprende molto di te. Ancora di più se non si è solo registi, ma anche sceneggiatori dell’opera.

6. La tua soddisfazione più grande nel tuo lavoro quale è stata?
La più grande soddisfazione in assoluto è stata riuscire a proiettare IN THE MARKET in una multisala. Mi sono sempre prefissato quell’obiettivo e come un sogno che si realizza, siamo riusciti ad arrivare a questo traguardo. Abbiamo avuto un’anteprima bellissima con photocall, firma del poster, party e proiezione. Altra soddisfazione è che il film è stato visto da molti spettatori e questo ha portato ad una distribuzione più ampia che avrà inizio dal 29 gennaio 2010. Diciamo che questo è un secondo sogno che si realizza.

7. Il tuo ricordo più bello...
Il ricordo più bello è il giorno in cui sul set di IN THE MARKET è arrivato il maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti. Avere al mio fianco un “mostro sacro” come lui mi ha dato una carica di adrenalina non indifferente e vederlo all’opera è stato fantastico. Ho capito in quel giorno le potenzialità del film. Se accanto a me ero riuscito a portare Sergio Stivaletti e lui era entusiasta nel vedere le scene, voleva dire che eravamo sulla buona strada.

8. Dove hai iniziato a fare cinema?
Il mio primo cortometraggio è stato URLA DI SILENZIO (2001), un horror di 20 minuti con qualche effetto speciale artigianale e molto ketchup. Una sorta di remake di Scream girato interamente in casa mia.

9. I tuoi primi lavori
L’anno dopo il mio primo cortometraggio ho girato un lungometraggio dal titolo LA VIGILIA D’OGNISSANTI (2002), anche questo un horror/fantasy con streghe, fantasmi, demoni e due sventurate amiche che si trasferiscono in una nuova abitazione. Classica storia, è vero, ma che mi ha impegnato molto. Di lì in poi ho girato alcuni cortometraggi di ricostruzione storica e sono arrivato sino a LIFE’S BUT (2006), mio primo vero film.

10. Qual’è il regista a cui ti ispiri?
Il regista a cui mi ispiro di più è senz’altro Quentin Tarantino. Un regista che a sua volta s’ispira a molti generi e registi, molti dei quali italiani. Per me Tarantino è il regista vivente che meglio racchiude l’essenza del regista/autore. È in grado di stupire, scrive sceneggiature originali con dialoghi senza uguali e ha un gusto dell’immagine che ammiro molto. Vedere KILL BILL è come studiarsi un manuale di cinema. Mi piace molto il suo stile ed in IN THE MARKET lo ho omaggiato molto.

11. E il film che preferisci in assoluto?
Ci sono molti film che tengo nel mio immaginario, specie quelli che hanno movimenti di macchina difficili e di registi come Antonioni, Welles, Cuaròn, Wright, Kubrick, Spielberg, tanto per citarne alcuni, ma come ho detto, forse quello che racchiude il maggior numero di qualità è Quentin Tarantino e quindi direi che il film che preferisco è KILL BILL.

12. Parlami di In the Market (quando e come nasce l’idea)?
L’idea di IN THE MARKET nasce nel 2006 sul set di LIFE’S BUT, quando ci trovavamo all’interno di un supermercato per girare una scena dei titoli di testa. E ci siamo detti: - “Perché il prossimo film non lo giriamo in un supermercato? C’è tutto!”
E così è stato. Volevamo però, dare un qualcosa di originale, di strano, e abbiamo scelto di ambientare in una location così tranquilla un truculento horror splatter. Il market è stata una location formidabile, soprattutto perché è stata sfruttata di giorno e di notte e in tutti i suoi punti. Dai meandri degli scaffali, alla macelleria, dalle celle frigorifere ai sotterranei. Girare un film in poche location era anche una scelta molto importante dal punto di vista produttivo, opzione non trascurabile nel nostro caso, visto che siamo una produzione indipendente.

13. Perché un horror? Cos’è che fa la differenza per un buon horror?
Abbiamo scelto un horror perché è il genere che maggiormente può dare buoni risultati con budget risicati. Un horror è un film che con poco può risultare spettacolare. Quello che volevamo maggiormente era attirare attenzione, curiosità. Se fai una commedia a meno che non sei Pieraccioni, in Italia, non vai da nessuna parte. Non volevamo cadere nello scontato con un film drammatico di famiglie che si separano o peggio, famiglie allargate. Forse è stata una scelta un po’ obbligata, ma che ha dato i propri frutti. Soprattutto volevamo cercare di ridare un po’ di luce ad un genere che negli anni passati in Italia era fiorente. E poi, diciamola tutta, fare un horror, è anche divertente!

14. E per produrre buon film cosa serve?
Sicuramente in primis un’idea originale e una buona sceneggiatura. Successivamente si deve scegliere la modalità migliore per rappresentarla: lo stile di ripresa e la qualità che si vuole raggiungere, il cast (attori famosi o no). In un horror non si necessita di attori di richiamo, perché vige la regola che non si può uccidere Scamarcio! Anche se secondo me potrebbe fare scalpore, in un film intendo! Ma in Italia non si azzarda mai e quindi credo che prima che accada, ne passerà di acqua sotto i ponti.
In ultimo se hai un buon budget stai più tranquillo, ma non è sempre fondamentale, per un buon risultato, avere molti soldi.

15. Parlami del cast di In the market (chi gli attori, da dove vengono e cosa fanno nella vita).
Gli attori principali di IN THE MARKET sono Marco Martini, Elisa Sensi e Rossella Caiani. Sono tre attori emergenti che stanno studiando molto e che nel mio film si sono adoperati fino allo stremo. Marco Martini è di Sansepolcro e ha collaborato con me in numerosi progetti. Sta lavorando per mantenersi e cerca di portare avanti la propria passione per il cinema con continui corsi di teatro. Elisa Sensi è di San Giustino e ha collaborato con me, come anche Martini, nel mio precedente film LIFE’S BUT. In questo momento sta studiando a Roma in un accademia di recitazione, fa teatro e doppiaggio. Rossella Caiani è originaria di Terracina e l’ho scelta attraverso il casting nazionale tenuto a Roma prima dell’inizio riprese e anche lei ha alle spalle molto teatro. Un cammeo lo fa Eleonora Stagi, giovane attrice nonché mia fidata collaboratrice nelle varie fasi dei miei progetti. Sto puntando molto su di lei ed ora sarà la protagonista di un videoclip.
Il cattivo di turno è interpretato magistralmente da Ottaviano Blitch, che non ha bisogno di presentazioni e gli altri componenti del cast (Massimiliano Vado, Claudio Bellanti, Gloria Coco, Silvano Granci, Alessandra Maravia) sono tutti professionisti che spaziano dal cinema, la tv ed il teatro.

16. Parlami dei premi che ha vinto in The market?
Nel 2009, IN THE MARKET è stato selezionato in una rassegna dedicata al cinema horror durante l’ultimo “Festival del Cinema Indipendente” di Foggia e anche al “Fantasy Horror Cine-Festival” di Ancona.
I riconoscimenti maggiori li ha ricevuti al “IV° Tenebria Film Festival” che si è svolto la notte di Halloween a Potenza. IN THE MARKET si è aggiudicato tutti e 5 i premi più ambiti del festival, vincendo il premio come Miglior Film, Miglior Effetti Speciali (Sergio Stivaletti), Miglior Attore Protagonista (Marco Martini), Miglior Attrice Protagonista (Elisa Sensi) e Menzione Speciale per la Straordinaria Interpretazione (Ottaviano Blitch).
Di recente il film è stato nominato fra i 9 film horror indipendenti del 2009 più rappresentativi nel mondo dal sito IndieHorror.it.

17. È stato difficile produrre un film con un budget così ridotto?
Sì, perché l’intero budget del film è stato messo a disposizione da noi stessi e quindi ci siamo sforzati di racimolare la quota più alta possibile. È stata dura perché eravamo tutti studenti o che comunque ragazzi che avevano terminato da poco gli studi. Il film ha avuto 3 settimane di riprese e ogni giorno scalavano sempre di più i soldi dal budget. Abbiamo usato fino all’ultimo centesimo e fortunatamente abbiamo calcolato bene le spese e siamo riusciti a terminare le riprese in tranquillità. Purtroppo se non avessimo creduto in noi stessi, oggi il film non esisterebbe, perché nessuna casa di produzione o distribuzione ha creduto nel nostro progetto e soprattutto in giovani ai quali sarebbe bastata una quota irrisoria per una grande major. Mi spiace dirlo, ma in Italia i luoghi comuni, spesso sono veritieri e se non hai un nome, il tuo film non lo produrrà nessuno.

18. Che tipo è Ottaviano Blitch?
Ottaviano Blitch è un bravissimo interprete. Un italiano che ha un fare americano. Una rockstar, un eclettico individuo di grande simpatia. Per me è diventato un fratello maggiore. È stato molto bello regalare a lui il personaggio del “Macellaio”. Credo che in Italia solo lui possa dar vita a personaggi così estroversi e fuori dagli schemi. Lo ha fatto con classe e con grande padronanza. Sono orgoglioso delle sue scene.

19. La whiteroseprd. quando e come nasce? Chi ne fa parte oltre te?
WHITEROSEprd. nasce il 9 gennaio 2006 dalla necessità, dopo alcuni anni dall’inizio della mia attività, di dare un marchio e un segno distintivo al mio gruppo di lavoro. Volevamo che non si dicesse più che siamo quei ragazzi che fanno cinema, ma che siamo la WHITEROSEprd.
Questo per noi era molto importante; creare un’entità che poteva rappresentarci sotto un unico nome e che poteva farci affacciare sul panorama delle altre case di produzioni più professionalmente. Ne fa parte un gruppo creativo che è il nucleo e che si avvale di collaborazioni esterne nel momento in cui partono nuovi progetti importanti.
Il gruppo principale è composto da 6 persone (compreso me): Eleonora Stagi, N. Santi Amantini, Marco Martini, Elisa Sensi, Sara Lombardi. Queste persone, oltre che miei collaboratori, sono anche miei amici con i quali ho un rapporto molto bello di amicizia, fiducia e professionalità. Noi lavoriamo a tutte le fasi delle nostre creazioni, dalla sceneggiatura alla produzione, dalla post-produzione al marketing e promozione.
Oltre ai film, WHITEROSEprd. si sta espandendo sempre di più con la realizzazione di spot, videoclip e service di riprese (spettacoli di teatro, danza, concerti). Siamo anche casting agency e promuoviamo attori e attrici emergenti e non. Ultimamente ci siamo addentrati anche in radio, dove teniamo un programma sul cinema che si chiama UN FILM ALLA RADIO (tutti i mercoledì e giovedì dalle 18:00 su RVT).

20. La persona a cui tieni di più...
La persona a cui tengo di più è di sicuro Eleonora Stagi, perché lei mi segue ogni giorno e in ogni fase. Assieme a me, quando non siamo sul set o in montaggio, cura gli aspetti di promozione, pubblicità e marketing. Aspetti che sono fondamentali per far conoscere noi ed i nostri prodotti. Quando siamo sul set è un elemento essenziale che mi aiuta a sbrigare al meglio le questioni burocratiche ed organizzative. Un vero asso nella manica. Non la ringrazio mai abbastanza per quello che fa e per quanto crede in WHITEROSEprd.

21. Quella che ti ha più supportato nelle tue scelte...
Le persone che mi hanno più supportato nelle scelte, sono i miei genitori. Senza di loro non avrei mai potuto intraprendere questa strada. Loro per primi hanno creduto in me e in quello che faccio, forse anche prima che io lo facessi. Hanno sempre assecondato le mie scelte e le mie attitudini. Non smetterò mai di ringraziarli.

22. Un tuo sogno da realizzare...
Un mio sogno da realizzare, visto che il traguardo della proiezione al cinema lo abbiamo raggiunto, ora, è avere una distribuzione in larga scala e in tutta Italia. Vedremo quello che succederà, se non sarà con questo film, magari con il prossimo. Chi lo sa?

23. Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Beh, in mente ho varie idee che volteggiano e vagano qua e là, devo però ancora dargli una forma più consistente e comprenderne le potenzialità. Un’idea che mi stuzzica è quella di dar vita ad un film in piano sequenza, ma per fare ciò, oltre ad una troupe esperta e ad un cast eccelso, bisogna avere anche un’idea che lo permetta. Stiamo anche leggendo numerose sceneggiature che ci hanno spedito. Speriamo di trovare una bella idea anche fra queste.

24. Dimmi qualcosa della poesia, quando nasce la passione per la scrittura
La passione per la scrittura e soprattutto per la poesia nasce sicuramente prima di quella per il cinema, proprio per dar sfogo ai pensieri della mente e per imprimere emozioni che altrimenti sarebbero svanite. All’età di 11 anni ho cominciato a scrivere poesie, se così si possono chiamare. Comunque più che una passione, oserei chiamarla una necessità, che si è manifestata e si manifesta in momenti di grande amore o di grande dolore. Per esempio, anche per lunghi periodi non tocco penna, adesso, complice la mole di lavoro per IN THE MARKET, è uno di questi. Nel tempo, però, ho avuto la fortuna di scriverne tante e di poterle raccogliere in una raccolta dal titolo MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO.

25. Cos’è scrivere per te?
Scrivere per me è una liberazione. Spesso la mia mente è piena di pensieri e non trovo spazio per pensare ad altro. Allora prendo una penna e mi sfogo. Sia esso un elenco di cose da comprare o una poesia. Quando mi trovo in momenti particolari, mi capita di avere un gigantesco “flusso di coscienza” e scrivo velocemente pensieri che la mia mente partorisce. L’indomani rileggo il tutto e scopro che il più delle volte sono poesie con ritmo e suono. Non metto in dubbio il valore delle mie poesie, non sono Leopardi, ma di sicuro sono tasselli che raccontano il grande puzzle della mia vita.

26. Parlami del tuo libro che sarà presentato il 20
Il mio libro MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO sarà presentato il 20 dicembre alle ore 18:00 al Museo del Tabacco di San Giustino. Il libro è una raccolta di poesie che sono state scritte in più di 10 anni. La presentazione sarà qualcosa di insolito, perché oltre a delle letture, ci saranno delle coreografie di una ballerina e soprattutto la proiezione di cortometraggi tratti da 8 poesie. Con questi video ho voluto rendere concreto e visivo il legame fra poesia e cinema. Non so è giusto, perché la poesia è qualcosa di effimero, di fantastico, che ognuno può immaginare a suo piacimento. Però d'altronde è come dar vita ad un film tratto da un libro, con la sola differenza che in questo caso il regista sa perfettamente quello che vuole trasmettere l’autore delle poesie!

27. Chi è Lorenzo Lombardi?
Lorenzo Lombardi è un ragazzo che è rapito da qualsiasi immagine in movimento!

Monia Mariani