venerdì 19 febbraio 2010

INTERVISTA A LORENZO LOMBARDI (di MONIA MARIANI su ILFENDENTE.it)

LORENZO LOMBARDI:
GIOVANE REGISTA E NEO AUTORE DI POESIE

Il giovanissimo regista di origini biturgensi ottiene numerosi premi e ottimi consensi per il suo primo Horror “In the Market” girato nell’Alto Tevere.

1. Quando è iniziata la tua passione per il cinema?
Forse è sempre stata dentro di me! Fin da piccolo amavo essere ripreso da mio padre nei video di famiglia. Lui è sempre stato un appassionato di ripresa e fotografia e ha sempre cercato di mantenersi all’avanguardia con la tecnologia. Ben presto passai da davanti a dietro la telecamera. Dall’età di 9 anni in poi, non era più lui che girava il filmino delle vacanze, ma io. Passo dopo passo, un po’ per divertimento, un po’ per passione, ho cominciato assieme ai miei amici a mettere insieme i primi cortometraggi. Dal 2001 ad oggi abbiamo realizzato più di 50 progetti e nel 2006 abbiamo creato WHITEROSEprd., l’organizzazione che oggi ci rappresenta come casa di produzione.

2. Parlami un po’ delle tue origini e della tua famiglia...
Sono nato il 27 settembre del 1986 a Sansepolcro (AR) ma da sempre abito a San Giustino (PG). I miei genitori sono entrambi toscani come tutti i miei nonni. Mio padre è nato ed ha vissuto per molti anni a Caprese Michelangelo (AR), mentre mia madre è nata a Bibbiena (AR), ma ha abitato fino al 1977 a Chiusi della Verna. Entrambi si sono trasferiti per lavoro a San Giustino, si sono sposati ed hanno costruito la casa dove tutt’ora viviamo. Da piccolo tutti i fine settimana tornavamo a Chiusi della Verna e quindi posso dire di aver vissuto molto della mia vita a cavallo fra Umbria e Toscana. D’altronde San Giustino è a pochissimi chilometri dal confine e quindi capita spesso di valicare. Sansepolcro è una cittadina che mi piace moltissimo e che sotto parecchi aspetti è persino cinematografica.
Per il mio ultimo film IN THE MARKET sono voluto “tornare” appositamente in Toscana per girare alcuni scene in esterno, perché conosco bene certi paesaggi e sapevo senza ombra di dubbio come poterli inquadrare nel modo migliore.
Per quanto riguarda la mia famiglia, non posso dimenticare di avere una sorella, Sara. Una persona molto speciale nella mia vita e che crede molto in quello che faccio. Mi appoggia sempre e non solo a livello morale, qualche volta si è sbilanciata anche a livello finanziario!

3. La tua infanzia:
Bella domanda! La mia infanzia credo sia stata molto normale, ma una cosa che ricordo sopra tutto è la mia voglia di creare, di costruire, di dare spazio alla fantasia. Sono sempre stato un bambino ordinato e che amava la simmetria, cosa che oggi sfrutto molto nelle mie inquadrature. Da piccolo non sono andato molto al cinema e non guardavo neanche molta televisione; sì, giocavo molto ai videogmaes, ma preferivo di gran lunga il lego e le macchinine!
Una curiosità è che spesso la mia infanzia rivive attraverso le cassette che mio padre ha registrato, dove spesso ci siamo io e mia sorella che le combiniamo di tutti i colori. Ho voluto omaggiare questo in due occasioni. Nel mio primo film LIFE’S BUT, c’è un flashback di una sorella che è all’ospedale da suo fratello; i bambini che si vedono nelle immagini siamo proprio noi: mia sorella ed io. Infine ho preparato un cortometraggio che è tratto da una poesia del mio libro MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO e si chiama DUE STELLE DELLA NOTTE dove ci siamo sempre noi due.

4. I tuoi studi:
Non sono andato all’asilo, o meglio ci sono andato due settimane, ma avevo il terrore delle suore e ogni mattina che mia madre mi ci accompagnava era un’odissea. Ho avuto la fortuna di trascorrere la mia infanzia a casa con i miei nonni e mia sorella. Ho frequentato elementari e medie a San Giustino e le superiori a Città di Castello. Mi sono diplomato come geometra. Prima di voler fare il regista, sognavo di diventare un architetto. Nell’arco degli anni ho trovato molte similitudini fra le due professioni. Come dicevo, la simmetria, il gusto dell’immagine, etc. Quindi non sono stati anni del tutto buttati. Ho avuto la possibilità di realizzare ben due cortometraggi, di genere storico, con la mia classe, e che sono stati premiati in dei concorsi nazionali. Il più importante dei corti è sicuramente LA ROSA BIANCA che ha vinto nel 2004 il premio Venanzio Gabriotti a Città di Castello e l’Efebo Corto Giovani a Trapani. Da quel premio, la rosa bianca è diventata un po’ un’ossessione e un emblema. Ho chiamato WHITEROSEprd. la mia casa di produzione, proprio per ricordare sempre quel cortometraggio e quello che mi aveva dato: la voglia e la sicurezza di continuare.
A geometri avrei voluto fare un po’ più di materie umanistiche, ma mi sono rifatto negli anni: un po’ come autodidatta e un po’ perché mi sono iscritto al DAMS di Roma3. L’università è stata una bella esperienza, che mi ha fatto scoprire e conoscere molte nozioni, ma soprattutto mi ha aperto un mondo che non conoscevo, quello della città, di Roma. D’altronde sono un ragazzo di provincia e questo ha i suoi pregi e difetti, anche se devo dire, con il senno di poi, che sono di più i pregi.
Mi sono formato anche attraverso numerosi corsi, come teoria e pratica cinematografica tenuto da Federico Greco, di sceneggiatura, di ripresa e montaggio.

5. Cosa vuol dire per te fare il regista? cosa provi dietro una cinepresa?
Quello che più mi spinge a fare questo “mestiere” è il poter raccontare attraverso un’arte così potente i miei sentimenti e le mie emozioni. Ritengo che la settima arte sia un mezzo che racchiuda tutte le altre arti: pittura, fotografia, musica, letteratura, poesie, etc. Molte volte nella vita ho sentito il desiderio di imprimere i miei pensieri, siano essi scritti in pezzi da carta o in un nastro magnetico.
Per me fare il regista è un sogno che si sta realizzando. Quando mi trovo dietro la cinepresa sento di poter dire quello che sono, di far vedere agli altri il mio punto di vista, di farmi conoscere. La cinepresa è una sorta di mia soggettiva, un prolungamento dei miei occhi. È bello far vedere agli altri quello che vedo attraverso con gli occhi e non solo, magari anche col cuore. Qualcuno un giorno mi disse: - “Quando proietterai un tuo film al cinema, di fronte ad una folta platea, ti sentirai vulnerabile, come un libro aperto!”.
Non credevo che mi sarei mai sentito così, ma alla prima del mio film ho provato proprio questo. In quel momento molte persone stavano vedendo quello che ho visto e come l’ho visto. Sembra strano, ma gli spettatori, guardando un tuo film, possono comprende molto di te. Ancora di più se non si è solo registi, ma anche sceneggiatori dell’opera.

6. La tua soddisfazione più grande nel tuo lavoro quale è stata?
La più grande soddisfazione in assoluto è stata riuscire a proiettare IN THE MARKET in una multisala. Mi sono sempre prefissato quell’obiettivo e come un sogno che si realizza, siamo riusciti ad arrivare a questo traguardo. Abbiamo avuto un’anteprima bellissima con photocall, firma del poster, party e proiezione. Altra soddisfazione è che il film è stato visto da molti spettatori e questo ha portato ad una distribuzione più ampia che avrà inizio dal 29 gennaio 2010. Diciamo che questo è un secondo sogno che si realizza.

7. Il tuo ricordo più bello...
Il ricordo più bello è il giorno in cui sul set di IN THE MARKET è arrivato il maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti. Avere al mio fianco un “mostro sacro” come lui mi ha dato una carica di adrenalina non indifferente e vederlo all’opera è stato fantastico. Ho capito in quel giorno le potenzialità del film. Se accanto a me ero riuscito a portare Sergio Stivaletti e lui era entusiasta nel vedere le scene, voleva dire che eravamo sulla buona strada.

8. Dove hai iniziato a fare cinema?
Il mio primo cortometraggio è stato URLA DI SILENZIO (2001), un horror di 20 minuti con qualche effetto speciale artigianale e molto ketchup. Una sorta di remake di Scream girato interamente in casa mia.

9. I tuoi primi lavori
L’anno dopo il mio primo cortometraggio ho girato un lungometraggio dal titolo LA VIGILIA D’OGNISSANTI (2002), anche questo un horror/fantasy con streghe, fantasmi, demoni e due sventurate amiche che si trasferiscono in una nuova abitazione. Classica storia, è vero, ma che mi ha impegnato molto. Di lì in poi ho girato alcuni cortometraggi di ricostruzione storica e sono arrivato sino a LIFE’S BUT (2006), mio primo vero film.

10. Qual’è il regista a cui ti ispiri?
Il regista a cui mi ispiro di più è senz’altro Quentin Tarantino. Un regista che a sua volta s’ispira a molti generi e registi, molti dei quali italiani. Per me Tarantino è il regista vivente che meglio racchiude l’essenza del regista/autore. È in grado di stupire, scrive sceneggiature originali con dialoghi senza uguali e ha un gusto dell’immagine che ammiro molto. Vedere KILL BILL è come studiarsi un manuale di cinema. Mi piace molto il suo stile ed in IN THE MARKET lo ho omaggiato molto.

11. E il film che preferisci in assoluto?
Ci sono molti film che tengo nel mio immaginario, specie quelli che hanno movimenti di macchina difficili e di registi come Antonioni, Welles, Cuaròn, Wright, Kubrick, Spielberg, tanto per citarne alcuni, ma come ho detto, forse quello che racchiude il maggior numero di qualità è Quentin Tarantino e quindi direi che il film che preferisco è KILL BILL.

12. Parlami di In the Market (quando e come nasce l’idea)?
L’idea di IN THE MARKET nasce nel 2006 sul set di LIFE’S BUT, quando ci trovavamo all’interno di un supermercato per girare una scena dei titoli di testa. E ci siamo detti: - “Perché il prossimo film non lo giriamo in un supermercato? C’è tutto!”
E così è stato. Volevamo però, dare un qualcosa di originale, di strano, e abbiamo scelto di ambientare in una location così tranquilla un truculento horror splatter. Il market è stata una location formidabile, soprattutto perché è stata sfruttata di giorno e di notte e in tutti i suoi punti. Dai meandri degli scaffali, alla macelleria, dalle celle frigorifere ai sotterranei. Girare un film in poche location era anche una scelta molto importante dal punto di vista produttivo, opzione non trascurabile nel nostro caso, visto che siamo una produzione indipendente.

13. Perché un horror? Cos’è che fa la differenza per un buon horror?
Abbiamo scelto un horror perché è il genere che maggiormente può dare buoni risultati con budget risicati. Un horror è un film che con poco può risultare spettacolare. Quello che volevamo maggiormente era attirare attenzione, curiosità. Se fai una commedia a meno che non sei Pieraccioni, in Italia, non vai da nessuna parte. Non volevamo cadere nello scontato con un film drammatico di famiglie che si separano o peggio, famiglie allargate. Forse è stata una scelta un po’ obbligata, ma che ha dato i propri frutti. Soprattutto volevamo cercare di ridare un po’ di luce ad un genere che negli anni passati in Italia era fiorente. E poi, diciamola tutta, fare un horror, è anche divertente!

14. E per produrre buon film cosa serve?
Sicuramente in primis un’idea originale e una buona sceneggiatura. Successivamente si deve scegliere la modalità migliore per rappresentarla: lo stile di ripresa e la qualità che si vuole raggiungere, il cast (attori famosi o no). In un horror non si necessita di attori di richiamo, perché vige la regola che non si può uccidere Scamarcio! Anche se secondo me potrebbe fare scalpore, in un film intendo! Ma in Italia non si azzarda mai e quindi credo che prima che accada, ne passerà di acqua sotto i ponti.
In ultimo se hai un buon budget stai più tranquillo, ma non è sempre fondamentale, per un buon risultato, avere molti soldi.

15. Parlami del cast di In the market (chi gli attori, da dove vengono e cosa fanno nella vita).
Gli attori principali di IN THE MARKET sono Marco Martini, Elisa Sensi e Rossella Caiani. Sono tre attori emergenti che stanno studiando molto e che nel mio film si sono adoperati fino allo stremo. Marco Martini è di Sansepolcro e ha collaborato con me in numerosi progetti. Sta lavorando per mantenersi e cerca di portare avanti la propria passione per il cinema con continui corsi di teatro. Elisa Sensi è di San Giustino e ha collaborato con me, come anche Martini, nel mio precedente film LIFE’S BUT. In questo momento sta studiando a Roma in un accademia di recitazione, fa teatro e doppiaggio. Rossella Caiani è originaria di Terracina e l’ho scelta attraverso il casting nazionale tenuto a Roma prima dell’inizio riprese e anche lei ha alle spalle molto teatro. Un cammeo lo fa Eleonora Stagi, giovane attrice nonché mia fidata collaboratrice nelle varie fasi dei miei progetti. Sto puntando molto su di lei ed ora sarà la protagonista di un videoclip.
Il cattivo di turno è interpretato magistralmente da Ottaviano Blitch, che non ha bisogno di presentazioni e gli altri componenti del cast (Massimiliano Vado, Claudio Bellanti, Gloria Coco, Silvano Granci, Alessandra Maravia) sono tutti professionisti che spaziano dal cinema, la tv ed il teatro.

16. Parlami dei premi che ha vinto in The market?
Nel 2009, IN THE MARKET è stato selezionato in una rassegna dedicata al cinema horror durante l’ultimo “Festival del Cinema Indipendente” di Foggia e anche al “Fantasy Horror Cine-Festival” di Ancona.
I riconoscimenti maggiori li ha ricevuti al “IV° Tenebria Film Festival” che si è svolto la notte di Halloween a Potenza. IN THE MARKET si è aggiudicato tutti e 5 i premi più ambiti del festival, vincendo il premio come Miglior Film, Miglior Effetti Speciali (Sergio Stivaletti), Miglior Attore Protagonista (Marco Martini), Miglior Attrice Protagonista (Elisa Sensi) e Menzione Speciale per la Straordinaria Interpretazione (Ottaviano Blitch).
Di recente il film è stato nominato fra i 9 film horror indipendenti del 2009 più rappresentativi nel mondo dal sito IndieHorror.it.

17. È stato difficile produrre un film con un budget così ridotto?
Sì, perché l’intero budget del film è stato messo a disposizione da noi stessi e quindi ci siamo sforzati di racimolare la quota più alta possibile. È stata dura perché eravamo tutti studenti o che comunque ragazzi che avevano terminato da poco gli studi. Il film ha avuto 3 settimane di riprese e ogni giorno scalavano sempre di più i soldi dal budget. Abbiamo usato fino all’ultimo centesimo e fortunatamente abbiamo calcolato bene le spese e siamo riusciti a terminare le riprese in tranquillità. Purtroppo se non avessimo creduto in noi stessi, oggi il film non esisterebbe, perché nessuna casa di produzione o distribuzione ha creduto nel nostro progetto e soprattutto in giovani ai quali sarebbe bastata una quota irrisoria per una grande major. Mi spiace dirlo, ma in Italia i luoghi comuni, spesso sono veritieri e se non hai un nome, il tuo film non lo produrrà nessuno.

18. Che tipo è Ottaviano Blitch?
Ottaviano Blitch è un bravissimo interprete. Un italiano che ha un fare americano. Una rockstar, un eclettico individuo di grande simpatia. Per me è diventato un fratello maggiore. È stato molto bello regalare a lui il personaggio del “Macellaio”. Credo che in Italia solo lui possa dar vita a personaggi così estroversi e fuori dagli schemi. Lo ha fatto con classe e con grande padronanza. Sono orgoglioso delle sue scene.

19. La whiteroseprd. quando e come nasce? Chi ne fa parte oltre te?
WHITEROSEprd. nasce il 9 gennaio 2006 dalla necessità, dopo alcuni anni dall’inizio della mia attività, di dare un marchio e un segno distintivo al mio gruppo di lavoro. Volevamo che non si dicesse più che siamo quei ragazzi che fanno cinema, ma che siamo la WHITEROSEprd.
Questo per noi era molto importante; creare un’entità che poteva rappresentarci sotto un unico nome e che poteva farci affacciare sul panorama delle altre case di produzioni più professionalmente. Ne fa parte un gruppo creativo che è il nucleo e che si avvale di collaborazioni esterne nel momento in cui partono nuovi progetti importanti.
Il gruppo principale è composto da 6 persone (compreso me): Eleonora Stagi, N. Santi Amantini, Marco Martini, Elisa Sensi, Sara Lombardi. Queste persone, oltre che miei collaboratori, sono anche miei amici con i quali ho un rapporto molto bello di amicizia, fiducia e professionalità. Noi lavoriamo a tutte le fasi delle nostre creazioni, dalla sceneggiatura alla produzione, dalla post-produzione al marketing e promozione.
Oltre ai film, WHITEROSEprd. si sta espandendo sempre di più con la realizzazione di spot, videoclip e service di riprese (spettacoli di teatro, danza, concerti). Siamo anche casting agency e promuoviamo attori e attrici emergenti e non. Ultimamente ci siamo addentrati anche in radio, dove teniamo un programma sul cinema che si chiama UN FILM ALLA RADIO (tutti i mercoledì e giovedì dalle 18:00 su RVT).

20. La persona a cui tieni di più...
La persona a cui tengo di più è di sicuro Eleonora Stagi, perché lei mi segue ogni giorno e in ogni fase. Assieme a me, quando non siamo sul set o in montaggio, cura gli aspetti di promozione, pubblicità e marketing. Aspetti che sono fondamentali per far conoscere noi ed i nostri prodotti. Quando siamo sul set è un elemento essenziale che mi aiuta a sbrigare al meglio le questioni burocratiche ed organizzative. Un vero asso nella manica. Non la ringrazio mai abbastanza per quello che fa e per quanto crede in WHITEROSEprd.

21. Quella che ti ha più supportato nelle tue scelte...
Le persone che mi hanno più supportato nelle scelte, sono i miei genitori. Senza di loro non avrei mai potuto intraprendere questa strada. Loro per primi hanno creduto in me e in quello che faccio, forse anche prima che io lo facessi. Hanno sempre assecondato le mie scelte e le mie attitudini. Non smetterò mai di ringraziarli.

22. Un tuo sogno da realizzare...
Un mio sogno da realizzare, visto che il traguardo della proiezione al cinema lo abbiamo raggiunto, ora, è avere una distribuzione in larga scala e in tutta Italia. Vedremo quello che succederà, se non sarà con questo film, magari con il prossimo. Chi lo sa?

23. Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Beh, in mente ho varie idee che volteggiano e vagano qua e là, devo però ancora dargli una forma più consistente e comprenderne le potenzialità. Un’idea che mi stuzzica è quella di dar vita ad un film in piano sequenza, ma per fare ciò, oltre ad una troupe esperta e ad un cast eccelso, bisogna avere anche un’idea che lo permetta. Stiamo anche leggendo numerose sceneggiature che ci hanno spedito. Speriamo di trovare una bella idea anche fra queste.

24. Dimmi qualcosa della poesia, quando nasce la passione per la scrittura
La passione per la scrittura e soprattutto per la poesia nasce sicuramente prima di quella per il cinema, proprio per dar sfogo ai pensieri della mente e per imprimere emozioni che altrimenti sarebbero svanite. All’età di 11 anni ho cominciato a scrivere poesie, se così si possono chiamare. Comunque più che una passione, oserei chiamarla una necessità, che si è manifestata e si manifesta in momenti di grande amore o di grande dolore. Per esempio, anche per lunghi periodi non tocco penna, adesso, complice la mole di lavoro per IN THE MARKET, è uno di questi. Nel tempo, però, ho avuto la fortuna di scriverne tante e di poterle raccogliere in una raccolta dal titolo MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO.

25. Cos’è scrivere per te?
Scrivere per me è una liberazione. Spesso la mia mente è piena di pensieri e non trovo spazio per pensare ad altro. Allora prendo una penna e mi sfogo. Sia esso un elenco di cose da comprare o una poesia. Quando mi trovo in momenti particolari, mi capita di avere un gigantesco “flusso di coscienza” e scrivo velocemente pensieri che la mia mente partorisce. L’indomani rileggo il tutto e scopro che il più delle volte sono poesie con ritmo e suono. Non metto in dubbio il valore delle mie poesie, non sono Leopardi, ma di sicuro sono tasselli che raccontano il grande puzzle della mia vita.

26. Parlami del tuo libro che sarà presentato il 20
Il mio libro MENTRE I TUOI OCCHI DORMONO sarà presentato il 20 dicembre alle ore 18:00 al Museo del Tabacco di San Giustino. Il libro è una raccolta di poesie che sono state scritte in più di 10 anni. La presentazione sarà qualcosa di insolito, perché oltre a delle letture, ci saranno delle coreografie di una ballerina e soprattutto la proiezione di cortometraggi tratti da 8 poesie. Con questi video ho voluto rendere concreto e visivo il legame fra poesia e cinema. Non so è giusto, perché la poesia è qualcosa di effimero, di fantastico, che ognuno può immaginare a suo piacimento. Però d'altronde è come dar vita ad un film tratto da un libro, con la sola differenza che in questo caso il regista sa perfettamente quello che vuole trasmettere l’autore delle poesie!

27. Chi è Lorenzo Lombardi?
Lorenzo Lombardi è un ragazzo che è rapito da qualsiasi immagine in movimento!

Monia Mariani

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