Questi potrebbero essere i giusti ingredienti per un horror che si rispetti. Ma a noi non bastavano. Il nostro obiettivo era quello di creare una nuova forma di linguaggio sulla scia del moderno horror americano, il cosiddetto Splat Pack di Eli Roth, James Wan, D.L. Bousman, senza tralasciare però i classici, da Non aprite quella porta ad Hannibal, e lo splatter made in Italy di Bava & Co., sempre con continue citazioni al cinema di Tarantino.
L’ingrediente mancante che ha dato originalità a “In the Market” è l’idea innovativa della location. Un horror girato dove di solito non si trovano zombie, vampiri o cannibali, ma gente comune che fa la spesa. Non quindi un cimitero o una casa nel bosco, ma un “tranquillo” market cittadino. È per questo che abbiamo voluto accostare il titolo “In the MARKET” ad una macchia di sangue, e usare l’avverbio di luogo “In” che significa “nel - dentro”.
7 commenti:
a essere sincero nn mi pare così originale la trovata del market...vedi zombie di romero...
peccato che qui di zombie non se ne vedano!
Be' sì, escludendo il già citato "Zombie", sembra davvero un progetto interessante! Conto di vederlo presto!
NB. IN IN THE MARKET non ci sono ZOMBIE che ultimamente invadono un pò tutti i film!
Sono contento che "raekow" lo reputi un progetto interessante! Grazie
In "Zombie" di Romero abbiamo una valanga di Zombie che invadono un MARKET.
In questo film invece sarà l'ordinarietà del market a sconvolgere, sarà "il MARKET" che invaderà e distruggerà poveri malcapitati.
che cazzata atroce, idea pessima, scusate ,adico quello che penso...
va bene, puoi dire quello che vuoi.
Ad ognuno i suoi gusti!
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