"IN THE MARKET" ARRIVA A ROMA!
Noi di
Indie.Horror.it di
In the Market vi avevamo già parlato qualche tempo fa [
qui]. Nel frattempo il film di
Lorenzo Lombardi ha girovagato per l’Italia conquistando il pubblico di festival e sale cinematografiche. Dopo il successo ottenuto nelle più prestigiose Multisala del centro Italia e i vari riconoscimenti a festival e concorsi nazionali/internazionali, tra i quali la Palma D’Oro all’ultimo Mexico International Film Festival e i 5 premi all’ultimo Tenebria Film Festival,
In the Market, l’horror splatter prodotto e distribuito da
WHITEROSE PICTURES, approda finalmente nella capitale.
Infatti, dal 22 Ottobre sarà in programmazione al Nuovo Cinema Aquila di Roma: giorni proprio perfetti per questo film, che potrà essere visto in totale clima di paura e terrore, dato che cade a pennello una settimana prima della festa del brivido per eccellenza: Halloween. Nella serata di Venerdì 22 si avrà inoltre la possibilità di incontrare il cast artistico e tecnico di In the Market, che sarà in sala per presentare il film ed incontrare il pubblico. Saranno presenti: il regista Lorenzo Lombardi, i giovani protagonisti, Marco Martini, Elisa Sensi, Rossella Caiani ed Eleonora Stagi, l’attore Ottaviano Blitch, già visto in Italians di Giovanni Veronesi e nell’ultimo horror di Federico Zampaglione, Shadow, che qui interpreta il ruolo del cattivo di turno, uno spietato macellaio cannibale.
Incontriamo il regista Lorenzo Lombardi per fare due chiacchiere su In the Market e sui suoi progetti futuri.
[Luca Ruocco]: Parlaci del tuo trascorso da regista prima di “In the Market”.
[Lorenzo Lombardi]: Prima di In the Market, mi sono dilettato nella realizzazione di molti cortometraggi, di vario genere, videoclip musicali e soprattutto un altro film Life’s But, un film adolescenziale, corale a tinte nere, il tutto mescolato fra sogno e realtà e le trame intricate del Macbeth di William Shakespeare. Un film molto particolare, a cui tengo parecchio e che mi ha fatto scoprire una passione per la realizzazione di certe scene “noir”. Nel film del 2006, appunto, le scene più belle erano proprio quelle che spingevano un po’ più sull’horror. È stato anche questo che ci ha spinto a realizzare In the Market, un film horror! Una sfida produttiva interessante e al tempo stesso con un appeal forte per il pubblico.
[LR]: Oltre ad una marcata fratellanza col cinema di genere d’oltreoceano, in “In the Market” è visibile un presentissimo citazionismo verbale. Come mai hai deciso di legare il tuo film ad una filmografia così precisa e circoscritta, di riferimento ad un preciso momento del cinema horror e pulp americano?
[LL]: Sì, è vero, In the Market è molto legato alla scia hollywoodiana dell’horror, dai Carpenter agli Hooper, fino ad arrivare ai moderni Hostel e Saw. Il film è molto legato ad un citazionismo verbale alla Tarantino e a certi cliché del genere horror. Il movimento “pulp” mi ha sempre affascinato e mi stuzzicava far parlare i miei personaggi con un certo stile “cinematografico” particolare. Logicamente i dialoghi di In the Market non sono come quelli di Pulp Fiction, Kill Bill o Bastardi senza gloria, ma se solo si avvicinassero leggermente, ne sarei contento. Sono un appassionato dei film di Quentin Tarantino, dei fratelli Coen e con In the Market ho voluto anche omaggiare i miei “Padri” stilistici e quindi mettere tutto quello che nel corso degli anni mi ha affascinato.
[LR]: Un road movie marchiato di rosso sangue tratto da una storia vera. Come nasce “In the Market”? E quanto dei fatti di cronaca trovati su internet rimane nel tuo film?
[LL]: Un buon film horror incute terrore, sempre più spesso, proprio perché si basa su fatti realmente accaduti. Mentre iniziavamo a scrivere In the Market, trovai su internet un rapporto di scomparsa della polizia del Texas, che raccontava le fasi della vicenda di questi 3 ragazzi (David, Sarah, Nicole), che sono stati, prima derubati ad una stazione di servizio e poi mai più ritrovati dopo il loro ingresso nel supermarket. Noi logicamente abbiamo un po’ fantasticato sulla loro sorte; c’è da dire, però che il macellaio/proprietario del market è il primo indagato e che i testimoni oculari, affermano di averli visti entrare poco prima della chiusura. La jeep sulla quale viaggiavano i tre è rimasta per giorni parcheggiata di fronte al market, fino a che il proprietario non l’ha fatta portare via al deposito cittadino. Una storia con qualche chiaroscuro che ci ha colpito sin dall’inizio e che ci ha fatto accostare una location tranquilla, come quella di un supermercato a vicende truculente e splatter.
[LR]: Il sodalizio con Sergio Stivaletti: come nasce? Che apporto pensi abbia dato al film il lavoro di un maestro degli effetti speciali riconosciuto a livello internazionale?
[LL]: Sergio Stivaletti è stato fondamentale per la buona riuscita del film e anche per incentivarci sempre di più alla realizzazione di In the Market. Se inizialmente eravamo indecisi nell’iniziare le riprese o meno, non appena Sergio ha confermato la sua presenza, non abbiamo esitato un attimo di più. I suoi effetti speciali sono degni di un film di Dario Argento e avere lui come spalla, per me è stato un sogno che si realizzava. Soprattutto, sul set non credevo che potesse essere possibile lavorare al suo fianco. Sergio ha creduto sin da subito nel nostro progetto e gliene sono infinitamente grato.
[LR]: L’Horror Made in Italy ha sempre avuto una marcata grammatica. Un modo di presentarsi molto personale, forte, tanto da arrivare ad ispirare [o addirittura ad influenzare] le opere filmiche di registi oggi più che affermati. Nella patria del gotico di Bava,e del gore del doctor Fulci, perché hai pensato ci fosse bisogno di creare “una nuova forma di linguaggio sulla scia del moderno horror americano”? Che novità credi di aver apportato alla sequela filmica dei “Saw”, degli “Hostel”, dei “Vacancy” [film che citi anche per bocca dei tuoi attori nella sceneggiatura di "In the Market"]?
[LL]: Si sa che inventare, al giorno d’oggi è molto difficile, perché molto è stato fatto, specie se si realizza un film indipendente. Con In the Market abbiamo voluto creare un film particolare, che avesse al suo interno una commistione di generi, dal road-movie al pulp, dallo splatter al torture-porn. Facendo questo, si crea qualcosa di nuovo, o comunque di diverso dal solito. Sicuramente In the Market può piacere, o meno, ma è senza dubbio un film particolare.
[LR]: La paura e la morte tornano in un luogo di consumo e di vita quotidiana. Come mai i supermarket e i centri commerciali si sposano così bene con i film di genere? Cosa ti ha personalmente ispirato questa location?
[LL]: Credo che i centri commerciali in genere o i supermercati siano dei luoghi molto interessanti e che destano in me immensa curiosità. A prescindere, anche dal fatto che mi affascinano molto. Un grande ipermercato è una location ideale, ci sono immensi reparti, nascondigli, magazzini, macelleria, condotti di aereazione, etc. E poi in un supermercato c’è tutto: dal cibo al vestiario, dall’arredo alle cianfrusaglie. Puoi improvvisare scenografie improbabili e così via. Nel mio caso l’idea più interessante era quella di vederlo e viverlo in un momento insolito, ossia durante la notte e quando è chiuso. Credo che fare razzia in un market di notte e divertirsi qua e là, potrebbe essere un desiderio che tutti condividiamo.
[LR]: Di che budget disponevi per il tuo lungometraggio? E che piano di distribuzione hai approntato per “In the Market”?
[LL]: Il budget complessivo di In the Market si aggira intorno ai 20.000€. E’ un film realizzato con poco, ma che ha i requisiti tecnici per essere proiettato al cinema. Dolby 5.1 e Digital 2k. Grazie a queste specifiche, siamo andati a cercare da soli gli esercenti che potevano essere interessati a proiettare il nostro film e quindi abbiamo optato per questa forma di distribuzione indie che però ha portato il film in giro per l’Italia ed in molti concorsi esteri. WHITEROSE PICTURES, la mia casa di produzione, si è quindi trasformata in distribuzione. Lo abbiamo proiettato a Potenza, Foggia, Ancona, Perugia, Prato, Porto Sant’Elpidio e ora anche a Roma e sono fiero di affermare che siamo riusciti a fare tutto questo da soli. Abbiamo apportato una distribuzione insolita che ci ha permesso di pubblicizzare e promozionare bene ogni singola programmazione e di non far svanire nel dimenticatoio questo film dopo una settimana di proiezione. È un anno che portiamo nelle sale questo film con piccole e grandi programmazioni. Per chi non l’ha ancora visto e lo volesse fare: dal 22 al 28 ottobre sarà proiettato a Roma presso il Nuovo Cinema Aquila e dal 29 al 31 ottobre, torneremo ad Ancona al Multiplex Giometti Cinema, dove un anno fa ebbe inizio tutto.
[LR]: Nel cast spicca un meraviglioso Ottaviano Blitch [visto ultimamente nello "Shadow" di Zampaglione]. Avevi già in mente lui quando hai creato il personaggio del macellaio? Come è stato lavorare con lui e col tuo cast?
[LL]: Quando pensavamo al macellaio, in fase di stesura della sceneggiatura, già immaginavamo Ottaviano Blitch, ma ancora non gli avevamo proposto la parte. Quando lo chiamai e gli proposi il personaggio del macellaio Adam, lui lesse la sceneggiatura e si trovò subito “i panni cuciti addosso”. Fu facile per lui accettare un personaggio così sfaccettato e complesso. Ottaviano è stato fenomenale nelle vesti del serial killer. Non credo che nessun altro avrebbe mai potuto eguagliarlo. Lavorare con lui mi ha arricchito molto. Mi sono lasciato trasportare nel mondi che creò per Adam e anche fatto consigliare su certe movenze e tic che hanno sicuramente arricchito e reso unico il personaggio.
[LR]: Segui da vicino il panorama underground dell’horror indipendente italiano? Hai trovato qualche titolo, o regista, che ti ha particolarmente interessato?
[LL]: Non seguo solo il panorama horror italiano, ma mi piace seguire tutto il lavoro nascosto dei registi indie nostrani. Quindi mi capita spesso di essere incuriosito da vari generi e progetti, ma onestamente non ho ancora trovato un progetto filmico che mi abbia colpito particolarmente sotto tutti i punti: pre-produzione, produzione, post-produzione e soprattutto promozione e marketing del proprio film. Questo lo si deve anche, e purtroppo, al fatto che molti film indipendenti rimangono nel cassetto dei propri autori e quindi non ne sapremo mai l’esistenza.
[LR]: Quali sono i tuoi prossimi progetti? Ritornerai a percorrere i binari dei film di genere?
[LL]: Per quanto riguarda i film, siamo in questo momento in post-produzione con il film Ecce Qoelet del regista N. Santi Amantini, che uscirà nel 2011. Il film è stato prodotto dalla mia casa di produzione e lo stiamo montando nei nostri studi in Umbria (www.whiterosepictures.it). Per un nuovo mio film, inizieremo a novembre la stesura di un nuovo soggetto, ma ancora non so dire niente, perché abbiamo varie vie che vorremmo percorrere, ma ne dobbiamo scegliere una. Credo però che rimarremo sul genere, o perlomeno varieremo di non molto.
Un progetto a cui sto lavorando è la direzione artistica del FANTASY HORROR CINE FESTIVAL, giunto alla sua 3° edizione e che si svolgerà dal 27 al 31 ottobre 2010 ad Ancona (programma completo su: www.fantasyhorrorcinefestival.com. L’organizzazione di questo evento mi piace molto e mi permette di avere grande libertà nel palinsesto dei film e degli ospiti. Saranno presenti Ruggero Deodato, Claudio Simonetti, Sergio Stivaletti, Marco Werba e riproporremo al cinema, fra i tanti, anche Shining, Psycho e Ritorno al futuro. Finita questa parentesi festivaliera, mi dedicherò assieme al mio staff WHITEROSE PICTURES, alla promozione e produzione di un nuovo evento: il CINEMALIVEX, uno spettacolo nuovo, mai presentato prima! Per la prima volta in Italia arriverà la nuova frontiera del cinema; qualcosa di sensazionale d inedito. Racconteremo la storia di un ragazzo dei giorni d’oggi che si alza alla mattina e fa una strage a scuola, il tutto fra le trame intricate dell’Amleto di William Shakespeare. Quindi horror e dramma in questo nuovo progetto dal titolo ancora in fase di scelta. Posso anticipare che il tour partirà a gennaio e durerà fino a marzo e lo potremo trovare nelle maggiori città italiane. CINEMALIVEX, segnate questo nome. Quello che ho appena detto può sembrare megalomane, ma lo sarà! Fidatevi!
Luca Ruocco